Atteso da anni, esce finalmente La donna alla finestra su Netflix. Il thriller, tratto dall’omonimo romanzo di A. J. Finn, è disponibile sulla piattaforma il 14 maggio. Alla regia c’è Joe Wright, che ha ormai incollato il suo nome agli adattamenti dei libri più celebri – dal bellissimo e fedelissimo Orgoglio e Pregiudizio del 2005, a Espiazione (2007) e Anna Karenina (2012).
Con La donna alla finestra, Wright compie un altro lavoro artistico, realizzando un condensato film dai forti (e voluti) richiami hitchcockiani. Bisogna infatti sottolineare che lo scrittore Finn (pseudonimo di Daniel Mallory) è un appassionato del Maestro del brivido e nel suo libro sono chiari gli omaggi ad alcuni dei suoi film più celebri, che si rispecchiano anche nella pellicola. Primo fra tutti, La finestra sul cortile, dove un invalido James Stewart passava il tempo ad osservare la frenetica vita dei vicini nel palazzo di fronte, finendo per assistere a un omicidio.
Anche la protagonista de La donna alla finestra su Netflix, Amy Adams, ha lo stesso “hobby”, ma per altre ragioni. Anna Fox è una psicologa che soffre di agorafobia ed è costretta a stare rinchiusa dentro casa, interagendo solamente online. Gli unici suoi contatti umani sono rappresentati dal suo cagnolino e dall’inquilino David (Wyatt Russell, il John Walker di The Falcon and The Winter Soldier), che passa più tempo fuori che dentro il grosso appartamento. Una sera, spiando i vicini dall’altra parte della strada, assiste a un brutale omicidio che la sconvolge. Da quel momento la sua vita entra in un turbine di inganni, in cui la donna, già sotto psicofarmaci, comincia a dubitare cosa sia reale e cosa invece solo frutto della sua immaginazione.
Poi, il primo colpo di scena – già anticipato dal trailer: dopo aver chiamato la polizia e gli stessi familiari della vittima, la persona che Anna aveva visto morire, tale Jane Russell, si presenta proprio davanti a lei. Ma la donna ha un altro aspetto. Anche qui emerge un altro forte richiamo a Hitchcock con il tema dell’ambiguo, affrontato nei film Rebecca, la prima moglie e La donna che visse due volte.
Lo stato mentale e fisico di Anna, in perenne lotta con le sue paure interiori, non aiuta e rischia di passare dalla parte del torto. La psicologa è in condizioni disperate, mal curata, preda dell’ansia e in evidente stress, emozioni che Wright, avvalendosi del suo stile dinamico e pittorico, riesce a imprimere sullo schermo attraverso colori forti come il rosso. Non è facile trasportare un romanzo complesso sullo schermo (e i primi screening di due anni fa furono un disastro, convincendo la produzione a rigirare tutto), ma Amy Adams è particolarmente brava nel ruolo, soprattutto nei momenti in cui la protagonista perde il controllo, si sente perduta, e infine crolla su se stessa.
Un po’ in ombra, il resto del cast, che risulta perciò sprecato: Gary Oldman nei panni dell’enigmatico quanto inquietante Alistair Russell, marito di Jane; Julianne Moore e Jennifer Jason Leigh interpretano la (presunta?) moglie di Alistair.
La donna alla finestra su Netflix è un thriller psicologico che si fa carico del talento di una Amy Adams imbruttita, atterrita e struccata, spremuta fino allo stremo. Ma non basta l’attrice a salvare l’intero film.
I lettori del romanzo originale troveranno qualche differenza nella versione cinematografica soprattutto nella parte finale. A livello di sceneggiatura e dialoghi ci sono le pecche maggiori, e c’è bisogno di fermarsi per riflettere su quanto accaduto. Nonostante qualche dubbio sullo sviluppo della trama, che lascia interdetti nel finale, con il suo studio maniacale alla ricerca dei dettagli, Joe Wright si conferma un artista dietro la macchina da presa.