Avete mai sentito parlare Fedez nel dettaglio del Ddl Zan? Avete mai ascoltato qualcuna delle star del cinema o della tv che si sono scritte sulla mano “Ddl Zan” farlo? Qualcuno di loro vi ha spiegato, argomentando, cosa funziona e cosa meno di quella proposta di legge? Rispondo io per voi: la risposta è no. Mi permetto di farlo perché da sempre interessato alla materia penale e il Ddl Zan introduce delle fattispecie di reato nuove. Inoltre chi vi scrive trova assolutamente necessaria una stretta dal punto di vista del contrasto all’omofobia. Questo per sgombrare il campo dall’ipotesi secondo cui ciò che scrivo abbia come fine ultimo quello di screditare la proposta di legge.
Proprio perché interessato al fatto che serva un miglioramento normativo sul tema, trovo squallido e opportunista il tentativo di certo showbiz di appropriarsi del tema e farne una campagna social. Qualcosa da agitare all’interno della propria bolla per ottenere consensi. Stiamo parlando di una legge dello Stato che potrebbe tutelare e migliorare la vita di migliaia di persone in Italia. Non di roba da post su Facebook o discorsi al concertone del 1 maggio. Con tutto il rispetto per Fedez e per quello che ha fatto in quella occasione c’è un solo motivo per il quale si spende con tanta pervicacia in questa battaglia: il consenso sui social.
Il trend soffia in quella direzione e lui è capace di cavalcare l’onda giusta. La stessa capacità alla base del successo imprenditoriale della moglie Chiara Ferragni. La grande abilità di analizzare i trend topic e capire quale sia la posizione da assumere per far parlare di sé. La scelta di un argomento divisivo e la necessità di rispondere con un’idea che corrisponda a quella dei propri follower. Niente di più e niente di meno di ciò che ha portato la Ferragni a creare un impero commerciale. Se per una marca di smalti o per un paio di scarpe questo può essere utilizzato, e saperlo fare costituisce una delle abilità principe del marketing contemporaneo, declinarlo su temi di questa portata rappresenta una vera e propria porcata.
Non molto dissimile da ciò che fa la cosiddetta “bestia” di Salvini di cui Fedez ha criticato i compagni di partito parlando del Ddl Zan. La realtà è che lui, come altri colleghi, non fanno altro che alimentare la stessa recita che ha trasformato il dibattito politico di questo Paese in un tritacarne velenoso in cui conta solo ciò che porta consenso online e si spera poi nelle urne. Attori del circo mediatico che se ne frega il giusto che una legge passi o meno e che dell’argomento conosce poco meno di quanto io ne capisca di fisica quantistica. E vi assicuro che io non ne capisco un’emerita mazza di fisica quantistica.
Non citerò gli stralci omofobi delle canzoni di Fedez o proverò a confutare la sua idea. Non è importante. Se davvero ci tiene alla legge lo faccia parlando nel dettaglio della stessa. Abbandoni la logica del consenso social e lasci da parte il ritorno di immagine relativo. La mia richiesta a lui come a tutti gli altri novelli esperti di diritto penale e diritti umani è che se vogliono esprimere la loro opinione, lo facciano parlando della legge nel dettaglio. Argomentando e facendo capire perché sia necessaria, non scrivendo una frase sulla mano e postando la foto sui social. Non se ne può più di questo tipo di comunicazione su temi così importanti. Non stiamo parlando di un sondaggio su Facebook. Sono cose serie e vanno affrontate in maniera seria. Ne parli chi vuole, se ne ha le capacità e il coraggio, ma lo faccia mettendo al centro l’argomento, non se stesso che parla dell’argomento.