Può chi deve la maggior parte del suo successo al gossip, lamentarsi dell’invadenza del gossip? La risposta è naturalmente no anche se è quello che è stato fatto in questi giorni da Diletta Leotta. La showgirl si è lamentata dell’eccessiva attenzione che viene riservata al suo privato. Per questo ha scritto un’invettiva sui suoi social, sette milioni di fan, per lamentarsene. Ne aveva tutto il diritto, per carità, però per amore di verità dobbiamo inquadrare bene le cose e chiamarle col proprio nome.
Stiamo parlando di una showgirl che deve gran parte della sua notorietà proprio all’esposizione mediatica che si è premurata di produrre intorno a sé in questi anni. Dicevamo appunto dei sette milioni di follower a cui vanno aggiunti anni di ospitate in tutti i principali eventi mediatici nazionali, vedi Sanremo, oltre alla costante presenza su un canale sportivo, da prima e quasi unica donna, e la conduzione di un programma radiofonico. In mezzo il racconto minuto per minuto sui social, accompagnato da ben pagate partnership pubblicitarie, di ogni aspetto della sua vita privata.
Dal fitness fatto a favore di obiettivi dal balcone di un albergo fino ai flirt arrivati ai giornali scandalistici prima ancora di essere cominciati (sì perché cara Diletta va bene tutto ma considerare tutti con l’anello al naso, anche no). In tre, quattro anni, quella che era una figura marginale del panorama televisivo italiano, è diventata una delle star di punta dell’intero showbiz nostrano. Un vero e proprio brand che cammina su tacchi vertiginosi e che è impossibile beccare con un capello in disordine nemmeno mentre fa le faccende di casa. Il problema di Diletta Leotta è però che venga definita una “mangia uomini”.
Uno “sgarro” insopportabile che ha addirittura infastidito la nonna (si sempre quella di Sanrermo). Nella narrazione del personaggio di Diletta Leotta, una narrazione tanto cara al patriarcato ancora imperante nei media mainstream, essere definita così equivale a essere chiamata “poco di buono” e quindi non è accettabile. Una roba che nemmeno una star del secondo dopoguerra avrebbe pensato e che invece lei si è premurata di chiarire. Il pomo della discordia era la sua presunta, vera, o “boh chissenefrega”, relazione con Ryan Friedkin, giovane magnate americano. Perché i media vanno bene fino a quando ti riservano l’esposizione che vuoi. Quando poi rimestano nella stessa merda, si perché parliamo di merda, di cui si è alimentata la tua sete di notorietà, allora non vanno più bene.
Il problema comunque non è la qualità di certo giornalismo che ha un suo pubblico e l’avrà sempre. Il problema è che a Diletta Leotta vada bene tutto tranne che essere chiamata una “mangia uomini”. Continuando a seguire il copione recitato a Sanremo (ricordate quel discorso da ventennio che recitò sul palco?), il suo personaggio non deve mai essere lambito da questa che viene ritenuta un’accusa. Che una donna ricca e famosa vada a letto con chi ritiene opportuno, quando lo ritiene opportuno e ogni volta che lo ritiene opportuno, resta un fatto non accettabile. La famosa, non a caso, Diletta questo lo sa bene. Si guarda altrettanto bene dal cambiare le cose. Perché mai dovrebbe? Il patriarcato le ha riservato un posto privilegiato nell’ordine delle cose. Vuoi vedere che tocchi proprio a lei sparigliare le carte?