Superfluo dire che questa 93esima edizione degli Oscar è senza precedenti. Lo è naturalmente in virtù della pandemia, che ha rivoluzionato le nostre vite e anche l’industria del cinema, con tutte le sale chiuse e le “proiezioni” migrate interamente su schermi televisivi e dispositivi connessi alle piattaforme digitali. Ragion per cui questa notte degli Oscar 2021, spostata per cause di forza maggiore dal 28 febbraio al 25 aprile, assume un significato particolare: non tanto occasione di celebrazione di Hollywood, quanto piuttosto momento propiziatorio, che vuole segnare una netta discontinuità con l’ultimo anno, testimoniando la forte volontà di ripartenza del mercato dell’intrattenimento. Il quale, dopo l’emergenza Coronavirus, è diventato definitivamente un business a doppio canale: il primo costituito dalle sale fisiche, che riapriranno e ritroveranno il proprio pubblico di appassionati cinefili e divoratori di blockbuster; l’altro rappresentato dallo streaming di Netflix, Prime Video, Disney+, che ormai costituiscono una presenza stabile e insostituibile nelle vite dei consumatori di immagini.
Senza precedenti questi Oscar 2021 lo sono anche per i film e gli artisti giunti alle nomination. Esperti e addetti ai lavori si attendono risultati storici: dalla seconda donna capace di vincere l’Oscar per la regia, la favorita Chloé Zhao di Nomadland, sino addirittura alla possibilità, mai verificatasi prima, che tra i quattro premiati come migliori attori non ci sia nemmeno un interprete bianco. E questo è il risultato di una politica fermamente perseguita dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che a partire dal 2015 ha nominatato moltissimi nuovi membri donne e appartenenti alle “cosiddette” minoranze (che oggi rappresentano, rispettivamente, il 33 e il 19% dei votanti). Un cambiamento nel segno della diversità e dell’inclusione, teso a rispecchiare un mutamento in atto che non è solo relativo all’industria del cinema, ma è un processo culturale più ampio che coinvolge la società nel suo complesso.
Oscar 2021, uno show diverso dal solito
“Gli spettatori dopo un anno di Covid-show si attendono qualcosa di diverso. Per tanti anni le cerimonie di premiazione hanno seguito uno schema che la pandemia, nel bene e nel male, ha sconvolto. Cogliamo questa opportunità per creare qualcosa di nuovo”. Così ha dichiarato Jesse Collins, produttore della serata insieme a Stacey Sher e al regista Steven Soderbergh. Dimentichiamo dunque la pandemia e i malinconici collegamenti casalinghi via zoom, dimentichiamo premiati in abbigliamento casual o peggio (il famigerato pigiama di Jodie Foster ai Golden Globes).
Questi Oscar 2021 saranno, per quanto possibile, un evento in presenza. Per questo accanto alla tradizionale sede della cerimonia del Dolby Theatre, è stata aggiunta la Union Station, uno degli edifici più antichi della città di Los Angeles, con grandi spazi all’aperto e al chiuso, che diventerà il palcoscenico principale della serata. Restano comunque ferrei i protocolli anti-Covid, e infatti ogni candidato potrà essere accompagnato da un solo ospite, s’intende dopo aver superato una rigorosa trafila di controlli e tamponi. Previsto anche il tradizionale red carpet, sebbene con molti meno giornalisti e fotografi: “Sarà un tappeto rosso minuscolo”, avverte Stacey Sher. Numerosi poi i collegamenti da almeno una diecina di sedi sparse per il mondo, da Londra a Parigi, dove si concentreranno i candidati impossibilitati al viaggio transoceanico.
L’obiettivo è che la cerimonia degli Oscar 2021 assomigli a un film, non a uno show televisivo, con una struttura narrativa esteticamente coerente in cui incastrare i diversi momenti. “Un film lungo tre ore”, ha promesso Soderbergh, con anche un pre e un post show. Il primo, Oscars: Into The Spotlight, uno special di un’ora e mezza durante il quale ci saranno anche le esecuzioni, preregistrate, delle cinque canzoni candidate. Dopo la cerimonia toccherà a Oscars: After Dark, il dietro le quinte per vivere senza filtri le emozioni dei vincitori, con interviste e approfondimenti.
Oscar 2021, dove vedere la diretta tv
Trasmessi negli Stati Uniti dalla ABC, gli Oscar 2021 saranno visti in più di 225 paesi. Per l’Italia la diretta sarà a partire dalle 00.15 su Sky Cinema Oscar (canale 303) e Sky Uno, contemporaneamente in streaming su Now e, per chi non fosse abbonato, anche in chiaro sul canale del digitale terrestre TV8. Nello studio di Sky il cerimoniere sarà come sempre Francesco Castelnuovo, che commenterà la serata insieme a uno dei maggiori critici cinematografici italiani, il “cinemaniaco” Gianni Canova e alla giornalista di Sky TG24 Denise Negri. Ospiti l’attrice Anna Foglietta, la regista e attrice Michela Andreozzi, Lillo e il giornalista esperto di moda Ildo Damiano.
Chi non potesse assistere alla diretta da nottambuli potrà godersi la riproposizione integrale della cerimonia lunedì 26, sempre su Sky Cinema Oscar a partire dalle 12.15. Alle 21.15 ci sarà l’appuntamento con “Il meglio della Notte degli Oscar 2021” in onda contemporaneamente su Sky Cinema Oscar e su Sky Uno e in seconda serata in chiaro su TV8, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW.
Presentatori degli Oscar 2021
Nelle ultime due edizioni, il primo anno per il forfait del maestro di cerimonie Kevin Hart dopo lo scandalo di vecchi tweet omofobi, il secondo per scelta vista l’ottima audience ottenuta, gli Oscar hanno abbandonato la formula del presentatore unico della serata, preferendo un concerto di volti e voci che si alternano per gestire i vari momenti e le premiazioni. Una tendenza confermata dagli Oscar 2021, che hanno annunciato finora 18 presentatori: Angela Bassett, Halle Berry, Bong Joon-ho, Don Cheadle, Bryan Cranston, Viola Davis, Laura Dern, Harrison Ford, Riz Ahmed, Regina King, Marlee Matlin, Rita Moreno, Joaquin Phoenix, Brad Pitt, Reese Witherspoon, Steven Yeun, Renée Zellweger e Zendaya.
I film favoriti: l’anno delle donne?
Il film che ha ottenuto più nomination è Mank di David Fincher, ben 10, che guida la pattuglia dei film targati Netflix, che domina gli Oscar 2021 con 35 candidature complessive. Eppure il vero favorito della serata è Nomadland della regista cinese, ma di studi americani, Chloé Zhao. Un film apparentemente lontano dalle corde dell’Academy, un’opera intimista da cinema indipendente. Però a vederlo bene è un film decisamente americano, che racconta con partecipazione l’anima profonda del paese, ritrovando nelle storie e nei volti di personaggi che hanno scelto la vita nomade – in gran parte non attori, tranne i protagonisti Frances McDormand e David Strathairn – lo spirito proprio del popolo statunitense, la capacità di non arrendersi e di metabolizzare anche il lutto (nel film è quello della protagonista McDormand, ma idealmente è quello di una nazione che ha attraversato una durissima recessione).
Per la sua forza simbolica, per il suo essere l’opera giusta al momento giusto, Nomadland, che ha fatto incetta di premi ovunque, potrebbe vincere la statuetta per Miglior Film. Ed è previsto il successo personale di Chloé Zhao, che ha ottenuto quattro candidature individuali ed è quasi certa di diventare la seconda donna, dopo Kathryn Bigelow, a ottenere il premio per la regia. Categoria in cui a contenderle lo scettro c’è anche Emerald Fennell, neoregista trentacinquenne di Una Donna Promettente, l’altra protagonista al femminile di questi Oscar 2021: tre nomination personali e una probabile statuetta per la sceneggiatura originale. Gli altri sfidanti più accreditati per il miglior film sono Il Processo Ai Chicago 7 di Aaron Sorkin, sceneggiatura a orologeria per un legal drama scintillante e benissimo recitato (ma molto di confezione) che ricostruisce un famoso caso degli anni Sessanta; e Minari, storia di una famiglia coreana che si trasferisce negli anni Ottanta negli Stati Uniti, un film di tonificante ottimismo che mescola sogno americano, emozioni famigliari, spirito inclusivo.
Quali sono gli 8 candidati per Miglior Film? Leggi l’approfondimento di OM
I premi per gli attori: #OscarsNoWhite?
Come dicevamo, ci potrebbe essere un risultato inedito: nessun bianco tra i vincitori nelle quattro categorie riservate agli attori, un #OscarsNoWhite senza precedenti nella storia del premio. Quasi scontati appaiono i riconoscimenti per i non protagonisti, a Daniel Kaluuya per Judas And The Black Messiah e Yoon Yeo-jeong per Minari (entrambi hanno vinto quasi tutti i premi dei precursors). Più incerte le categorie dei protagonisti. Fino a ieri sembrava sicura l’affermazione postuma con Ma Rainey’s Black Bottom di Chadwick Boseman, il bravissimo attore scomparso tragicamente a soli 43 anni per un tumore.
Nelle ultime settimane però, anche dopo la vittoria ai Bafta, sono risalite le quotazione dell’83enne sir Anthony Hopkins, che in un film d’impostazione teatrale come The Father offre un magistrale ritratto di un anziano affetto da demenza senile. Ancora più ingarbugliata la situazione tra le donne: i bookmakers dànno favorita di un’incollatura Carey Mulligan, protagonista di Una Donna Promettente, un dramma sul tema della violenza contro le donne. Ma le chances di Viola Davis in Ma Rainey’s e anche della pur già due volte oscarizzata Frances McDormand per Nomadland sono solidissime. Il risultato è atteso sul filo di lana.
I pronostici per le categorie degli attori: leggi l’approfondimento di OM
Pausini e Pinocchio, le tre candidature italiane
C’è spazio anche per il Belpaese a questi Oscar 2021. Tre le nomination. Le speranze più consistenti sono riposte in Laura Pausini, autrice insieme a Niccolò Agliardi e Diane Warren di Io sì (Seen), tema portante della colonna sonora di La Vita Davanti A Sé, il film che ha segnato il ritorno di Sophia Loren al cinema. Pausini e colleghi hanno già vinto il Golden Globe, per cui le loro chances di vittoria sono consistenti. E vedremo l’artista esibirsi insieme ai suoi agguerriti sfidanti alla Dolby Family Terrace dell’Academy Museum of Motion Pictures, dove verranno preregistrate le performance dii quattro dei cinque contendenti, trasmesse nel preshow Oscars: Into The Spotlight.
Le altre due nomination sono appannaggio del Pinocchio di Matteo Garrone, per i costumi di Massimo Cantini Parrini e per il trucco e acconciatura di Mark Coulier, Dalia Colli, Francesco Pegoretti. Sarebbe bello che almeno una delle due candidature andasse a segno, come riconoscimento per lo straordinario lavoro compiuto dal comparto tecnico in un film suggestivo di fattura incredibilmente complessa.
Tutte le candidature delle 23 categorie degli Oscar 2021:
Miglior Film
Nomadland di Chloé Zhao
Mank di David Fincher
Il Processo Ai Chicago 7 di Aaron Sorkin
Una Donna Promettente di Emerald Fennell
Judas and the Black Messiah di Shaka King
The Father di Florian Zeller
Minari di Lee Isaac Chung
Sound of Metal di Darius Marder
Attrice protagonista
Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day, The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby, Pieces Of A Woman
Frances McDormand, Nomadland
Carey Mulligan, Una Donna Promettente
Attore protagonista
Riz Ahmed, Sound Of Metal
Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins, The Father
Gary Oldman, Mank
Steven Yeun, Minari
Attrice non protagonista
Olivia Colman, The Father
Glenn Close, Elegia Americana
Amanda Seyfried, Mank
Yoon Yeo-jeong, Minari
Maria Bakalova, Borat – Seguito Di Film Cinema
Attore non protagonista
Leslie Odom Jr, One Night In Miami
Sacha Baron Cohen, Il Processo Ai Chicago 7
Daniel Kaluuya, Judas And The Black Messiah
Paul Raci, Sound Of Metal
LaKeith Stanfield, Judas and the Black Messiah
Regista
Chloé Zhao, Nomadland
Emerald Fennell, Una Donna Promettente
David Fincher, Mank
Lee Isaac, Chung Minari
Thomas Vinterberg, Un Altro Giro
Sceneggiatura originale
Aaron Sorkin, Il Processo Ai Chicago 7
Emerald Fennell, Una Donna Promettente
Lee Isaac Chung, Minari
Abraham Marder, Darius Marder, Derek Cianfrance, Sound Of Metal
Will Berson, Shaka King, Keith Lucas, Kenneth Lucas, Judas and the Black Messiah
Sceneggiatura non originale
Chloé Zhao, Nomadland
Kemp Powers, One Night In Miami
Christopher Hampton, Florian Zeller, The Father
Sacha Baron Cohen, Peter Baynham, Jena Friedman, Anthony Hines, Lee Kern, Dan Mazer, Nina Pedrad, Erica Rivinoja, Dan Swimer, Borat – Seguito Di Film Cinema
Ramin Bahrani, La Tigre Bianca
Film internazionale
Un Altro Giro di Thomas Vinterberg (Danimarca)
Better Days di Jayro Bustamante (Guatemala)
Quo Vadis, Aida? di Jasmila Žbanić (Bosnia-Erzegovina)
Collective di Alexander Nanau (Romania)
The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania (Tunisia)
Film d’animazione
Onward – Oltre La Magia di Dan Scalon
Over the Moon – Il Fantastico Mondo Di Lunaria di Glen Keane e John Kahrs
Soul di Pete Docter
Wolfwalkers – Il popolo Dei Lupi di Tomm Moore e Ross Stewart
Shaun, Vita Da Pecora: Farmageddon – Il Film di Will Becher e Richard Phelan
Fotografia
Joshua James Richards, Nomadland
Erik Messerschmidt, Mank
Dariusz Wolski, Notizie Dal Mondo
Phedon Papamichael, Il Processo Ai Chicago 7
Sean Bobbitt, Judas and the Black Messiah
Scenografia
Jan Pascale e Donald Graham Burt, Mank
David Crank e Elizabeth Keenan, Notizie Dal Mondo
Mark Ricker, Karen O’Hara e Diana Staughton, Ma Rainey’s Black Bottom
Nathan Crowley e Kathy Lucas, Tenet
Peter Francis, The Father
Montaggio
Alan Baumgarten, Il Processo Ai Chicago 7
Yorgos Lamprinos, The Father
Mikkel E. G. Nielsen, Sound Of Metal
Frédéric Thoraval, Una Donna Promettente
Chloé Zhao, Nomadland
Costumi
Ann Roth, Ma Rainey’s Black Bottom
Alexandra Byrne, Emma
Trish Summerville, Mank
Bina Daigeler, Mulan
Massimo Cantini Parrini, Pinocchio
Colonna sonora
James Newton Howard, Notizie Dal Mondo
Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste, Soul
Trent Reznor, Atticus Ross, Mank
Emile Mosseri, Minari
Terence Blanchard, Da 5 Bloods
Canzone
Speak Now, Leslie Odom, Jr. e Sam Ashworth, One Night In Miami
Io sì, Laura Pausini, Niccolò Agliardi e Diane Warren, La Vita Davanti A Sé
Fight for You, H.E.R., Dernst Emile II, Tiara Thomas, Judas and the Black Messiah
Húsavík, Savan Kotecha, Rickard Göransson and Fat Max Gsus, Eurovision Song Contest: La Storia Dei Fire Saga
Hear My Voice, Daniel Pemberton e Celeste, Il Processo Ai Chicago 7
Effetti speciali
Andrew Jackson, Andrew Lockley, Scott R. Fisher, Mike Chambers, Tenet
Matt Kasmir, Chris Lawrence, Dave Watkins, Max Solomon, The Midnight Sky
Sean Faden, Anders Langlands, Seth Maury, Steve Ingram, Mulan
Matt Sloan, Love And Monsters
George Bell, The One and Only Ivan
Sonoro
John Pritchett, Mike Prestwood Smith, William Miller, Oliver Tarney, Michael Fentum, Notizie Dal Mondo
Phillip Bladh, Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés, Carolina Santana, Sound Of Metal
Ren Klyce, Jeremy Molod, David Parker, Nathan Nance, Drew Kunin, Mank
Coya Elliott, Ren Klyce, David Parker, Vince Caro, Soul
Odin Benitez, Jason King, Christian P. Minkler, Michael Minkler, Jeff Sawyer, Greyhound
Trucco e acconciatura
Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson, Ma Rainey’s Black Bottom
Eryn Krueger Mekash, Patricia Dehaney, Matthew Mungle, Elegia Americana
Mark Coulier, Dalia Colli, Francesco Pegoretti, Pinocchio
Marese Langan, Laura Allen e Claudia Stolze, Emma
Gigi Williams, Kimberly Spiteri e Colleen LaBaff, Mank
Documentario
Collective di Alexander Nanau
Time di Garrett Bradley
Crip Camp: A Disability Revolution di Nicole Newnham e James Lebrecht
My Octopus Teacher di Pippa Ehrlich e James Reed
The Mole Agent di Maite Alberdi
Cortometraggio
Feeling Through, di Doug Roland
The Letter Room, di Elvira Lind
The Present, di Farah Nabulsi
Due estranei (Two Distant Strangers), di Travon Free e Martin Desmond Roe
White Eye, di Tomer Shushan
Cortometraggio documentario
Colette, di Anthony Giacchino
A Concerto Is a Conversation, di Kris Bowers e Ben Proudfoot
Do Not Split, di Anders Hammer
Hunger Ward, di Skye Fitzgerald
A Love Song for Latasha, di Sophia Nahli Allison
Cortometraggio d’animazione
Genius loci, di Adrien Mérigeau
Já-Fólkið, di Gísli Darri Halldórsson
Opera, di Erick Oh
Se succede qualcosa, vi voglio bene (If Anything Happens I Love You), di Michael Govier e Will McCormack
La tana (Burrow), di Madeline Sharafian