Quando ci si avvicina ormai alla fine di Grey’s Anatomy 17, le discussioni sul rinnovo della serie si fanno più vivaci: da un lato la fisiologica stanchezza di produttori e attori, dall’altro l’intenzione di ABC di non perdere il suo titolo di punta di prima serata, sta di fatto che la conclusione sembra ormai molto vicina.
Col rinnovo del contratto della showrunner di Grey’s Anatomy Krista Vernoff, blindata con ABC per altri due anni, la rete sembra aver messo a riparo anche il medical drama, ma il rinnovo ufficiale della serie arriverà solo dopo aver trovato un accordo con la protagonista Ellen Pompeo, il cui contratto da 20 milioni di dollari a stagione è in scadenza.
Di sicuro dopo aver dedicato un’intera stagione alla pandemia Grey’s Anatomy non è a corto di storie: forse il registro soap è ormai alla frutta, ma il filone sociale inseguito dalla serie sin dai suoi esordi non manca mai di contenuti. Nell’episodio 17×12, per esempio, si farà strada il tema delle proteste del movimento Black Lives Matter, come anticipa il promo in cui Jackson assiste agli scontri tra manifestanti (col cartello “I can’t breathe” che cita e ricorda l’episodio della morte di George Floyd) e polizia, con conseguenze in termini di pazienti ricoverati in ospedale.
Da sempre attenta all’attualità Grey’s Anatomy ha già affrontato in passato il tema del razzismo e della discriminazione etnica da più punti di vista, con episodi dedicati alla brutalità della polizia nei confronti delle minoranze, alle sperequazioni in termini di accesso alle cure e da ultimo agli effetti della pandemia su determinate etnie e classi sociali più deboli. Sta forse in questo la capacità della serie di continuare ad emozionare e far riflettere, nelle antenne sempre puntate sull’attualità.
Come fa notare l’attore di Grey’s Anatomy Giacomo Gianniotti, recentemente passato dietro la telecamera per dirigere il suo primo episodio, questo format così aperto agli spunti che arrivano dal dibattito pubblico rende la serie un format che potenzialmente potrebbe continuare all’infinito, facendosi specchio di una realtà sempre più complessa e carica di questioni sociali emergenti. A Digitalspy, che gli ha chiesto quanto durerà ancora Grey’s Anatomy, l’attore italo-canadese ha risposto sottolineando la capacità della serie di raccontare storie attingendo sempre dalla stretta attualità.
Ti chiedi se c’è ancora vita in uno spettacolo dopo forse sei o sette anni. Per uno spettacolo che è al suo diciassettesimo anno, penso che a questo punto la domanda sia superata. Hanno creato un modello e una formula per fare questo spettacolo per sempre. Grey’s Anatomy mette [anche] sempre in risalto i problemi degli eventi attuali e le questioni che devono essere portate in primo piano. Quindi non ci sarà mai una carenza di storie di cui parlare. Ma dipende dai creativi. Dipende da Ellen (Pompeo), da Shonda Rhimes, Krista Vernoff, le creatrici dello spettacolo e dalla rete se vogliono davvero continuare a farlo o se vogliono fare spazio per qualcosa di nuovo. Questo è il succo del discorso.
Nonostante quest’ultima stagione di Grey’s Anatomy tutta dominata dalla pandemia abbia diviso il pubblico, suscitando anche un comprensibile malumore in chi cerca solo evasione nella sua serie preferita, il lavoro fatto nel raccontare l’impatto dell’emergenza sanitaria sia sugli ospedali, sia sul personale sanitario, sia sui cittadini in senso ampio (dagli scettici ai paranoici, passando per chi si è ammalato e per chi ha vissuto nella paura di contrarre il virus) ha ridato un senso ad una serie che ormai languiva da anni tra casi medici ormai visti e rivisti e storyline romantiche sempre più surreali. Semmai sarà difficile rinnovarsi ancora dopo che la trama Covid sarà archiviata, a meno di puntare ancor di più sulle social issues facendole diventare il core business della serie.