Da quando ha presentato la serie a Domenica In, Matilda De Angelis ha fatto notizia per quell’espressione un po’ infelice ma da contestualizzare, in cui assicurava che la fiction di Rai1 di cui è protagonista non sarebbe stata “una rottura di palle“.
Parlandone con Mara Venier Matilda De Angelis aveva detto che la serie Leonardo avrebbe avuto sì come fulcro la vita del genio Da Vinci, ma inserita in una trama romanzata con un po’ di azione e mistero, così da renderla accattivante per il pubblico. Ne è uscita quell’espressione “non è che si può fare una rottura di palle su Leonardo Da Vinci“, che qualcuno ha continuato a rimproverarle durante la messa in onda della serie su Rai1.
Matilda De Angelis, che notoriamente non le manda a dire, ha risposto nelle sue storie di Instagram a chi la accusa di aver sminuito l’importanza di rappresentare l’arte e la cultura in tv, per di più da protagonista di una serie che si prefigge l’obiettivo di celebrare l’uomo d’ingegno simbolo del Rinascimento italiano.
Matilda De Angelis, che in Leonardo ha interpretato il personaggio perlopiù inventato di Caterina da Cremona, si è detta appassionata di Da Vinci e ha specificato che la sua espressione voleva semplicemente sottolineare la differenza tra il tono di un documentario e lo scopo di una serie televisiva destinata al grande pubblico della tv generalista.
Io amo Leonardo da Vinci, vado a tutte le mostre che trovo. L’ho studiato e amato fino alla follia. Non ho mai detto che la vita di Leonardo è una rottura di palle, non strumentalizzate le mie parole. Ho detto solamente che un conto è fare un documentario, un conto una serie tv che deve essere fruibile da un pubblico più vasto e che non può semplicemente limitarsi ad elencare sterilmente le vicende della vita di Leonardo, perché forse potrebbe risultare un po’ “na rottura di palle”. Ecco cosa ho detto.

La tesi di Matilda De Angelis è la stessa che il produttore Luca Bernabei ha spiegato a La Repubblica presentando l’operazione Leonardo.
Noi facciamo serie tv non documentari. Ci siamo ispirati a fonti vere, ma poi gli sceneggiatori hanno avuto la necessità di inventare qualcosa su una vita che ha molti punti oscuri. La storia di Caterina da Cremona, ad esempio, è vera perché ci sono dei contratti in cui Leonardo la chiedeva come modella. Noi abbiamo pensato che lei fosse la sua musa ispiratrice e abbiamo tessuto nella trama vera alcuni elementi di finzione.