Io impazzisco per Renzo Rubino perché lo trovo un vero artista. A volte divertente, a volte intenso e profondo. Appena ha pubblicato un nuovo brano, ho immediatamente colto al volo la scusa per collegarmi con lui e fargli raccontare quello che sta facendo. Per scoprire che la prossima estate ripeterà l’esperienza di PORTO RUBINO, un tour che fa su una barca che approda in porti diversi e dove si terranno i suoi concerti. La mia intenzione è di documentare con la mia telecamera almeno un paio di tappe la prossima estate. Guarda il video con l’intervista e il suo clip.
Ecco la sua cartella stampa:
“LASCIAMI STARE” (Rodaus), il nuovo singolo di RENZO RUBINO, racconta il dialogo con “la voce interiore”, che ognuno affronta da quando la pandemia ci costringe a passare più tempo con noi stessi e a fare i conti con le nostre virtù e paure.
“Più o meno in questo periodo, nel 2020 cominciava il lockdown nazionale. Come tutte le situazioni “estreme”, questa condizione ha costretto tutti a fare i conti con i propri limiti ma anche con le proprie virtù, con il coraggio e con le paure, con spazi piccoli che devono diventare enormi per poterli trasformare in “MONDO”. Il cielo, che non si può che guardare dalla finestra, diventa più limpido che mai e il frastuono della città diventa silenzio. Il sentimento che lega tutto questo è la Malinconia, che è la Felicità di essere Tristi.”
È con queste parole che RENZO RUBINO racconta il suo nuovo singolo “LASCIAMI STARE” (produzione artistica Andrea Rodini e Giovanni Sala – produzione esecutiva Giungla Factory), il primo dopo la magica esperienza della seconda edizione del suo “Porto Rubino”, il festival ideato dallo stesso artista e diventato un docu-film presentato alla 15ma edizione della Festa del Cinema di Roma e trasmesso poi su SkyArte.
Un brano, scritto interamente da Rubino, che grazie al tocco di Mauro Ottolini, all’arrangiamento dei fiati, e di Andrea Beninati, all’arrangiamento della sezione ritmica, riesce a trasmettere tutta la malinconia, i dubbi e le domande sul futuro che ognuno di noi si pone dall’inizio della pandemia.
Ma “LASCIAMI STARE” racconta anche il silenzio composto degli artisti nel primo lockdown, la sofferenza per la mancanza dei live e del rapporto diretto col pubblico, l’incognita costante per ciò che verrà, da un anno a questa parte. Alla fine di tutto, però, la speranza trova sempre spazio. Così, per RENZO RUBINO, “Lasciami stare” diventa un vero e proprio “Canto contro il malessere”.
Renzo Rubino nasce a Taranto nel Marzo 1988, inizia in ambito locale con la sua band, il suo primo Ep arriva nel 2011 con Farfavole e nello stesso anno è vincitore di Musicultura. Nel 2012 vince l’accademia di Sanremo per partecipare all’edizione 2013 con il brano “il postino” contenuto nel disco Poppins. In questa occasione vince il premio della critica Mia Martini. Torna a Sanremo nel 2014 classificandosi terzo con i brani “Ora” e “Per Sempre e Poi Basta” vincendo il premio dell’orchestra come miglior arrangiamento. Partecipa come ospite fisso nel 2015 a che fuori che tempo che fa, suona in Italia e in Europa e scrive musiche per il teatro. Nel 2017 esce il suo terzo disco “il gelato dopo il mare” tra i 25 più bei dischi dell’anno secondo Panorama. Nel 2018 torna a Sanremo con Custodire prodotto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Nel 2019 va per mare con il suo festival Porto Rubìno. Alla seconda edizione de 2020 diventa anche docufilm per Sky arte presentato al festival del cinema di Roma a cui partecipano importanti artisti del panorama italiano.
Lasciami stare
(testo e musica di Renzo Rubino)
Passeggio in via Borsieri non c’è tracce del sole
nell’ora tarda del fumo in bocca non sento pace né religione
Mi chiedo cosa è successo e cosa succederà
aspetta un rider tutto solo in una cabina ma non passa tram
Fammi gettare questo schifo è giusto respirare
l’aria è pungete e nitida che raramente a Milano si fa accarezzare
E mentre una veneziana è il rumore più dolce che si eleverà
Mi chiedo che cosa ero e mi interrogo che cosa sarà
Lasciami lasciami stare
dico alla voce interiore
Che mi corrode da dentro
bacchetta fragilità
Cerco risposte in un segno
ma è tutto vuoto in città
è appena finito l’inverno
e forse non tornerà
C’è ancora un dettaglio sono col cane
Che tira tanto per correre senza sapere dove e mi fa pensare
di questi giorni di sicuro qualcosa mi mancherà
Come l’amore folle che diventa grande nell’armonia della normalità
Vorrei tornare ad essere primordiale
Sporcarmi di terra i pantaloni vecchi mentre il tramonto taglia tutte le parole
Desidero i tuffi carpiati il brivido dolce la spontaneità
Lo dico adesso che luna è grande e forse domani mi mancherà
Lasciami lasciami stare
dico alla voce interiore
Che mi corrode da dentro
bacchetta fragilità
Cerco risposte in un segno
ma è tutto vuoto in città
è appena finito l’inverno
e forse non tornerà
Lasciami lasciami stare
Lasciami lasciami stare
E non aspetta un momento
la mia vita è di qua
nel verso del brivido e del canto
Che a una certa riprenderà