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“A Maria Paola e a tutti coloro che amano, profondamente, atavicamente, senza limiti e senza giudizi”

È questo l’incipit di Danilo Rovani, autore e regista del cortometraggio “A modo mio”, liberamente ispirato alla storia di Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore

di Diletta Capissi
08/03/2021
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“A Maria Paola e a tutti coloro che amano, profondamente, atavicamente, senza limiti e senza giudizi”
Optima Italia

“A Maria Paola e a tutti coloro che amano, profondamente, atavicamente, senza limiti e senza giudizi”. Maria

È questo l’incipit di Danilo Rovani, autore e regista del cortometraggio “A modo mio”, liberamente ispirato alla storia di Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore. Due giovani della provincia di Napoli che hanno provato a vivere il loro amore considerato “diverso e inaccettabile”: legame che viene tragicamente interrotto durante un inseguimento in moto dal fratello di Maria Paola. E’ una delle tante storie di cronaca che non vorresti mai leggere e che vorresti non accadessero mai. E invece succede. La periferia napoletana è il teatro di questa triste e violenta vicenda di vita “quotidiana”. Luoghi e contesti degradati dall’assenza di futuro, dove trova terreno fertile il bullismo, compreso quello omofobico e transfobico.

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Il cortometraggio di Rovani, con interpreti Cosimo Alberti e Denise Capuano, è prodotto da Itinerari di Napoli di Massimiliano Sacchetto e Carmela Autiero(https://napoli.itineraridellacampania.it) e iKen ONLUS.

Rappresenta il manifesto contro il bullismo omofobo e sarà presentato, in anteprima assoluta, alla prima edizione di OMOVIES@SCHOOL Film Festival la prossima estate. “Noi di i Ken ONLUS – sottolinea Carlo Cremona, presidente i Ken e direttore artistico di Omovies International Film Festival – abbiamo coprodotto con IDN Itinerari di Napoli “A modo mio” perché è un cortometraggio che parla di una storia queer, di quegli amori non convenzionali che narrano di vite fuori dagli schemi e per questo difficili da accettare anche più delle singole scelte o condizioni di vita personali.

Maria Paola Gaglione, 18 anni, muore a Caivano, nella provincia di Napoli, l’11 settembre scorso: lo scooter sul quale si trovava insieme al fidanzato, Ciro Migliore, è uscito di strada mentre entrambi venivano inseguiti dal fratello di lei, che si opponeva, come tutta la famiglia, a quella relazione. 

Ciro è un ragazzo trans che, nato donna, sta affrontando un percorso per affermare la sua identità. I due ragazzi vengono inseguiti in moto dal fratello di lei che li sperona provocando, nella caduta, la morte di Maria Paola. E così termina tragicamente quest’amore che doveva essere essere libero, ed invece in molti casi, come in questo, si trasforma in una trappola mortale. 

E’ dei giorni scorsi la notizia che il Gup del Tribunale di Nola ha rinviato a giudizio per omicidio volontario il fratello di Maria Paola. Il processo inizierà il 7 aprile prossimo davanti alla prima sezione di Corte d’Assise di Napoli. Il Gup ha ammesso come parte civile l’Arcigay.

 “La vicenda di Ciro e Maria Paola mi ha colpito fin dal primo istante in maniera prepotente – scrive Danilo Rovani nelle note di regia– mi sembrava assurdo che una ragazza nemmeno ventenne potesse perdere la vita in una tragica fatalità a causa dell’amore provato per un uomo, che dalla società e soprattutto dai familiari di Maria Paola, come uomo non viene riconosciuto. Solo perché nato donna. Il percorso che ha portato Ciro a cambiare sesso è suo e solo suo e va rispettato nella sua interezza così come andava rispettata la decisione di Maria Paola di amare quella “persona”; perché in qualunque modo la si voglia mettere, Ciro, è prima di tutto una persona, una persona innamorata e ricambiata, la sessualità assume in questo, una connotazione relativa. “L’amore è amore”.

 “Ci siamo dedicati alla produzione di questo lavoro – racconta Massimiliano Sacchetto di IDN itinerari di Napoli– cui seguiranno molto presto altri due corti, perché puntiamo alla valorizzazione e diffusione di prodotti di qualità in campo artistico e culturale; ci ha convinto la tematica e l’idea registica di Rovani così come l’interpretazione dei protagonisti. Si parte dalla cronaca per evidenziare come la nostra realtà non garantisca la libertà né di pensiero né di tante altre cose fino ad arrivare perfino al divieto di amare. Un’opera che ci ha dato la possibilità di raccontare la periferia.Come primo esperimento di produzione abbiamo coinvolto l’associazione iKen in quanto esponenti della comunità LGBT+ e già produttori cinematografici. Così come siamo stati affiancati dall’avvocato Stefania De Fraia, assessore al turismo ed alla cultura del comune di Pozzuoli, che ha voluto fortemente che il quartiere di Toiano fosse ben visibile e raccontato, in questa opera”.

La narrazione di Danilo Rovani si muove fra la strada, a bordo dell’ormai tristemente noto scooter e il nudo palco di un teatro vuoto. “La mia natura creativa mi ha portato a voler sublimare questa vicenda così drammatica e agghiacciante tramite la scrittura – prosegue ancora Rovani – ho scritto un dialogo che nel mio intimo pensavo potesse essere ciò che muoveva i due protagonisti. Mi sono trovato a dar loro voce come se stessero raccontando ad un fantomatico intervistatore la loro vicenda, fin proprio al momento del tragico accadimento. Successivamente, spronato da Cosimo Alberti, ho deciso di sceneggiare per il cinema quel dialogo”.  

Il montaggio è a cura di Massimiliano Sacchetto, la fotografia è di Peppe de Muro, musiche originali di Pasquale Ruocco, Voce solista: Annalisa Madonna. L’opera è stata realizzata con i fondi Mibact Miur.

“A modo Mio” è un cortometraggio ispirato ad una vicenda realmente accaduta ma raccontata attraverso la lente cinematografica, in maniera evocativa e poetica. Ci auguriamo di poterlo vedere al più presto.

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