Far parlare a tutti i costi, non importa come. Vedremo se la strategia dei Maneskin porterà i suoi frutti al Festival; al momento pare proprio di no. Dopo la prima esibizione, la band porta a casa un’accusa di plagio e un deludente 15esimo posto, almeno nella classifica votata dalla giuria demoscopica.
Stasera vota l’orchestra, poi la parola passerà alla sala stampa e al pubblico attraverso il televoto. Intanto i Maneskin più che parlare del brano in gara fanno chiacchierare su un paio di punti: il presunto plagio a Sanremo e la gestione acida dei social.
Zitti E Buoni è stata paragonata al brano F.D.T. di Anthony Laszlo pubblicato nel 2015 in cui si ascolta un frammento preso e appiccicato nella canzone dei Maneskin senza modificarne né la musica né le parole. Ma il Festival si pronuncia: non ci sono gli estremi per portare avanti la causa dell’esclusione, pur riconoscendo la similarità di un frammento del brano, troppo breve per prendere provvedimenti contro il gruppo.
Aveva già replicato la casa discografica dei Maneskin, Sony Music: “Abbiamo effettuato la perizia non c’è nessun plagio”. Stamattina le ha fatto eco la Rai spiegando che sono sicuramente presenti analogie per quanto riguarda la parte urlata sulle parole: “Fuori di testa” ma “melodia e incipit sono completamente differenti”.
“Non c’è plagio melodico né armonico e strutturale ma solo riferimenti tipici del rock” che portano quindi la direzione artistica del Festival numero 71 ad archiviare la questione perché il fatto non sussiste.
Nessun plagio per i Maneskin a Sanremo 2021, dunque. Il gruppo resta in gara ma fa discutere anche per la gestione social. Poi viene svelato l’arcano:
“Buonasera, come sapete i Maneskin sono impegnati a #Sanremo2021. Nel frattempo hanno affidato questo profilo Twitter a @Dio che ricambierà il loro gesto di buona fede combinando grandi casini, come da tradizione rock”.