Santa Marinella di Fulminacci è un racconto sia biografico che autobiografico. Lo spiega bene Filippo Uttinacci, questo il suo nome di battesimo, che nel presentare il brano che porta in gara insieme ai Campioni del Festival di Sanremo 2021 riporta che tutto è nato due anni dal racconto di un amico.
Santa Marinella di Fulminacci è l’omaggio all’amore che può appartenere a chiunque e per questo Filippo non nasconde che nella storia del suo amico trova molti punti in comunque con il suo percorso personale. Per portare al Teatro dell’Ariston il suo inedito Fulminacci ha scelto un arrangiamento tradizionale, un canale di comunicazione perfetto tra il messaggero e il ricevente che negli anni ha reso grande la musica italiana.
Per Fulminacci questa è la prima volta al Festival della Canzone Italiana, una novità che lo riempie di entusiasmo dal momento che sin da bambino ha sempre seguito Sanremo: “Sarà strano stare dentro il televisore“, dice il cantautore mentre presenta il pezzo. Santa Marinella, comune in provincia di Roma, è lo sfondo della storia d’amore raccontata nel brano sanremese, teatro della passione che scopriamo grazie alla presenza di Fulminacci tra i Campioni in gara per la kermesse.
Con lui la sua inseparabile chitarra. Leggera come quella voglia di cui si parla nel testo: l’amore deve essere conciliazione, compromesso, ma soprattutto ossigeno e ristoro, condizioni che non sempre ricorrono tra gli innamorati e che in questo periodo storico fanno a pugni con la normalità. L’amore può essere rifugio e rinascita, per questo Fulminacci declina tutto nella forma più tradizionale del cantautorato italiano, una scelta alla quale ci ha abituati da subito grazie ai suoi brani schietti e sinceri.
Santa Marinella di Fulminacci è un brano intenso e immediato, necessario in questo periodo storico di grandi incertezze e demotivazioni dovute alle grandi chiusure e al distanziamento sociale.
Testo di Santa Marinella di Fulminacci
Oggi sai è uno di quei giorni che
Se mi vuoi lasciami stare
E non c’è nessuno nei dintorni che
Dentro me ci sappia guardareE Roma, che è una città di mare,
Mi ha aperto la bocca e mi ha fatto fumare
Tanto non c’è più niente di cui innamorarsi per sempre
Per cui valga la pena restareQuindi stanotte abbracciami alle spalle
Fammi addrizzare i peli sulla pelle
Prendiamoci una scusa sotto casa
E poi portiamocela suVoglio solamente diventare deficiente e farmi male
Citofonare e poi scappare
Voglio che mi guardi e poi mi dici che domani è tutto a posto
Quanto vuoi per tutto questo?Non cercarmi mai però incontriamoci
Prima o poi senza volerlo
Al reparto dei superalcolici
Che ci fai? Scaldo l’invernoLa mia città è un presepe in mezzo alle montagne
Bianche ed ostinate come vecchie cagne
Davvero io non posso più tornare solamente a salutare
A sincerarmi che nessuno piangeTi prego di raccogliermi la testa
Come se fosse l’ultima che resta
Io me ne sono accorto a Santa Marinella
Io e te siamo un pianeta e una stellaVoglio solamente diventare deficiente e farmi male
Citofonare e poi scappare
Voglio che mi guardi e poi mi dici che domani è tutto a posto
Quanto vuoi per tutto questo?
Non volare via
Na na naVoglio che mi guardi e poi mi dici che domani è tutto a posto
Quanto vuoi per tutto questo?
Non volare via
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