Il tam tam di voci sulla presunta cancellazione di Grey’s Anatomy al termine della stagione 17, alimentato anche dalle dichiarazioni dei protagonisti e in particolare di una Ellen Pompeo sempre più stanca ed insofferente, sembra essere smentito da una serie di considerazioni maturate nel corso della stagione stessa.
In primis sono gli ascolti a non deporre a favore della cancellazione di Grey’s Anatomy, ancora più che soddisfacenti per una serie giunta alla sua diciassettesima stagione, evidentemente capace di fidelizzare il pubblico storico e di guadagnarne di nuovo grazie alla distribuzione sulle piattaforme streaming che permette anche ai più giovani di scoprirla. In secondo luogo c’è la questione pandemia, che impatta sulla trama e sulla produzione. Ed è un dettaglio non da poco.
Come fa notare Jesse Williams, interprete di Jackson Avery nella serie e saltuariamente anche regista del medical drama, la cancellazione di Grey’s Anatomy quest’anno è abbastanza improbabile perché non permetterebbe di realizzare la conclusione che un cult come questo merita di avere. Il fatto di dover realizzare una serie in piena pandemia limita moltissimo le possibilità creative, costringe autori e produttori a lavorare rispettando tutta una serie di restrizioni che impattano tanto su ciò che appare in scena quanto sulla realizzazione della serie dietro le quinte. E in questa situazione non si può certo dare alla saga di Meredith Grey quel finale in grande stile che dopo 16 anni ha indubbiamente dimostrato di meritare.
Intercettato da Entertainment Tonight, parlando delle voci sulla cancellazione di Grey’s Anatomy al termine della stagione 17, Jesse Williams sembra voler tranquillizzare il pubblico.
Ho la sensazione che questa sia una serie troppo importante per finire senza avere diritto a una vera e propria festa. Questo non è lo scenario ideale per fermarsi, senza darci un preavviso e senza offrire un vero finale di stagione, e quando gli sceneggiatori sono già oberati di lavoro e depressi per questa corsa frenetica che impone loro di far uscire gli episodi in tali condizioni. Penso che tutti meritiamo il tempo e le condizioni giuste per immaginare questo finale.
Discorso che non fa una piega, quello di Williams: la cancellazione di Grey’s Anatomy implicherebbe dover concludere la serie con un finale ancora ambientato in piena pandemia, o alla meglio con un salto temporale che permetta di superare l’emergenza sanitaria per chiudere il medical con un addio meno lugubre di quanto – necessariamente – non risulti questa stagione tutta centrata sul Covid. C’è però un altro elemento da considerare: Grey’s Anatomy è una produzione che rende molto in termini di ascolti ma costa anche moltissimo, il solo ingaggio della Pompeo da 20 milioni di dollari a stagione ne fa l’attrice più pagata della tv, e in tempi di crisi economica questo aspetto non è secondario. Molte serie sono state cancellate per ragioni di mero bilancio, ma certo non avevano la storia di Grey’s Anatomy. La decisione di ABC arriverà, come sempre, in primavera.