Anche Eliza Dushku si schiera contro Joss Whedon e in supporto di Charisma Carpenter, che ha l’ha accusato di cattiva condotta sul set di Buffy e Angel.
Come avevano fatto le colleghe Sarah Michelle Gellar, Michelle Trachtenberg, Amber Benson ed Emma Caulfield, Eliza Dushku ha scelto i social media per esprimere il suo supporto alla Carpenter. Nel suo post su Instagram, l’attrice, che ha vestito i panni di Faith in Buffy e nel suo spin-off Angel, ha descritto il racconto della collega “potente, doloroso, nonché il dipinto di un quadro che non vedremo mai e che non conosceremo mai nei dettagli”.
“Non lo sapevo e ora non lo dimenticherò”, ha continuato la Dushku. “A volte penso al detto ‘Siamo malate quanto i nostri segreti’. I nostri segreti infatti ci rendono e ci lasciano malate. Ciò che ho imparato – e continuo a farlo – è che la guarigione avviene solo dopo aver nominato e divulgato cos’è davvero accaduto. Il primo passo necessario è liberarsi (solo quando si è pronti) dei nostri segreti, verità nascoste che ci tengono isolati, imbarazzati e tenuti in ostaggio.”
Il regista Joss Whedon non si è ancora espresso sulla vicenda, né ha risposto alle accuse della Carpenter e di Michelle Trachtenberg, la quale ha apertamente condannato il “comportamento non appropriato” da parte del creatore di Buffy nei suoi confronti quando era solo un’adolescente.
In una successiva dichiarazione, la Trachtenberg, che all’epoca dei fatti aveva 16 anni, ha aggiunto: “L’ultimo commento che farò su sarà questo: c’era una regola. Ora non gli è più permesso stare in una stanza da solo con me.” Come osserva Deadline, la presenza di “una regola”, evidentemente poi infranta, lascia intendere che altri sapessero dei comportamenti inadeguati di Whedon con l’allora attrice minorenne e avessero istituito delle norme per impedire che si ripetessero atteggiamenti del genere.
A differenza dei suoi colleghi di Buffy, terminata la serie, Eliza Dushku ha continuato a lavorare con Whedon per un’altra serie tv, ossia Dollhouse, andata in onda dal 2009 al 2010.