Sulle orme del successo della serie inglese che ha stregato la critica e cambiato la percezione della monarchia nel Regno Unito, arriva anche la The Crown svedese: il servizio di streaming svedese TV4 e C More stanno sviluppando una serie sulla vita del 74enne re Carlo XVI Gustavo, che racconterà la sua vita a tutto tondo, dalla sua infanzia all’ascesa al trono nel 1973 all’età di 27 anni, fino agli anni del suo regno ancora in corso.
Åsa Lantz è già a lavoro per scrivere la sceneggiatura di quella che le testate specializzate hanno già ribattezzato come la The Crown svedese. Studioso della vita del re Carl Gustaf da diversi anni, metterà a frutto la sua esperienza nella stesura di un racconto dai toni molto simili a quelli del prestigioso format di Netflix.
Una esperimento, quello della The Crown svedese, che nasce sulla scia del capolavoro di Peter Morgan, l’epopea di Elisabetta II che vanta tre Golden Globes e otto Emmy Awards e si appresta a dominare anche la prossima stagione dei premi, come anticipato dalle nomination ai Golden Globes e ai SAG Awards per le edizioni 2021.
La produttrice Josefine Tengblad, direttrice della sezione fiction di TV4 e C More, ha presentato la The Crown svedese come un progetto emozionante già sulla carta: parlandone a Variety, ha paragonato il soggetto della serie al film quattro volte premio Oscar Il Discorso del Re.
Personalmente non sono mai stata una fan della monarchia, ma ricordo di aver letto il trattamento di sei o sette pagine mentre ero su un volo. Mentre leggevo quelle pagine, ho iniziato a piangere perché era così forte. È un po’ come Il Discorso del Re nel modo in cui ritrae qualcuno che viene preparato per diventare una persona che non è, e affronta persone che cercano di cambiarlo.
Lo sceneggiatore della The Crown svedese ha presentato così la sua creatura:
Si dice che altri re e regine abbiano avuto un impatto sugli eventi mondiali. La storia del nostro re è qualcosa di diverso. Non abbastanza evidente a livello internazionale ma almeno altrettanto drammatico e affascinante. E per molti di noi, completamente sconosciuto.
Il format ha ottenuto anche il via libera da parte della Corte reale svedese, che ha fatto sapere di concepirlo “come un documentario drammatico” e quindi di aspettarsi che, nella sua parte documentaristica, sia “il più vicino possibile alla verità e che i fatti siano presentati correttamente“, mentre la parte di mera finzione è riconosciuta come “ovviamente basata sulla libertà artistica, qualcosa su cui non abbiamo alcun controllo“.