Mi sono collegato con ROBERTO CACCIAPAGLIA durante la mia diretta WE HAVE A DREAM del martedì sera. Guarda l’intervista ma soprattutto il videoclip di “Days of experience”.
Lui è un musicista incredibile, anche se poco noto al grande pubblico. Diplomato al conservatorio Giuseppe Verdi, nella sua vita ha collaborato a lungo con le sperimentazioni di Franco Battiato ai tempi di “Pollution”. Ha poi fatto ricerca di musica cosmica in Germania con Rolf Ulrich Kaiser, Tangerine Dream e Popol Vuh. Questi nomi che sto scrivendo potranno dire poco ai più ma gli esperti di musica sanno di chi sto parlando.
Cacciapaglia pubblica poi “Sonanze”, il primo LP quadrifonico in Italia. Roberto dal 1983, fra le tante cose che fa, collabora con Giuni Russo e produce Ivan Cattaneo in “Bandiera Gialla”. Poi si esibisce con Terry Riley, crea delle opere che vedono anche la partecipazione di Gianna Nannini. Intraprende un sodalizio artistico con la Royal Philarmonic Orchestra. Presenta le sue opere nei teatri più importanti e registra 22 album importantissimi per la ricerca musicale. Questa una sintesi davvero ridotta della sua carriera.
Di recente ha composto il brano “Days of experience” che ha registrato suonando un pianoforte Steinway & Son, modello D270, nello studio di Pinaxa (tecnico preferito da Battiato ma anche da Jovanotti) usando una tecnologia innovativa. Ha utilizzato un microfono binaurale, un metodo di registrazione tridimensionale del suono che permette di riprodurre il più fedelmente possibile le percezioni acustiche di un ascoltatore situato nell’ambiente originario di ripresa dell’evento sonoro, mantenendone le caratteristiche direzionali a 360° sferici. Il brano è poi stato masterizzato negli studi Abbey Road a Londra.
Roberto ha detto:
“Spesso ho definito il pianoforte strumento centrale del mio lavoro. L’orchestra e gli strumenti elettronici sono come delle costellazioni, ma il sole, lo strumento centrale ed essenziale, rimane il pianoforte, che è da sempre quello con cui mi esprimo, uno specchio che mi permette di tornare all’essenza. Il rapporto che ho con questo strumento da anni è in stretta relazione con la mia ricerca di evoluzione personale. Davanti al pianoforte ho modo di sentirmi in un fluire vasco e senza limiti, ho l’opportunità di trasmettere e comunicare quello che provo, quello in cui credo.”