Il Teatro che sta affrontando una crisi inaudita cerca in ogni modo di non spegnersi nonostante le difficili e lunghe chiusure dettate dalla pandemia. Ma a quali costi?
Se “solidarietà” è la parola che dovrebbe unirci in questo lungo periodo di emergenza sanitaria per soccorrere e dare una mano a chi è in difficoltà economiche, il Teatro ne ha coniato un’altra e si chiama “(H)eartH” – Ecosystem of Arts and Theater. Nella traduzione italiana “(H)eartH” sta per cuore, terra, focolare. Una iniziativa per intervenire in modo diretto e concreto nel sostenere un’azione comune: un progetto di mutuo soccorso che vede coinvolti dieci piccoli teatri napoletani, diretti e interpretati da dodici compagnie che non hanno beneficiato precedentemente del FUS, Fondo Unico dello Spettacolo e dei ristori governativi.
L’originale progetto dal titolo, appunto “(H)eartH – ecosystem of arts and theater”, ideato da Teatri Associati di Napoli (TAN) e Interno 5, sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, è entrato nel vivo e le compagnie sono impegnate nella realizzazione degli spettacoli fino al 15 febbraio.
Ma ciò che più rende significativa questa iniziativa è la scelta di puntare a creare “un ecosistema di contenuti e di spazi culturali vivi– dice Hilenia De Falco – immaginando un modello virtuoso capace di far emergere le buone pratiche, un modo anche per tenere in vita luoghi e persone. Non possiamo correre, se non facciamo attenzione a questa fase importante di “ripresa” potremmo rischiare di perdere pezzi indispensabili e preziosi per strada”.
Il progetto si rivolge a quei teatri piccoliin quanto a dimensioni ma grandi in fatto di esperienze, di storia e contenuti culturali. Si tratta di spazi e luoghi, di riferimenti territoriali di periferie e di città che, più di altri, hanno necessità di azioni mirate per “resistere”.
I teatri coinvolti sono Il Pozzo e il Pendolo, Nuovo Teatro Sanità, Teatro Area Nord,Teatro dei Piccoli/I Teatrini, Teatro Elicantropo, Teatro Nest, Teatro Sancarluccio, Teatro Serra, Teatro Tram, Teatro Troisiche ospiteranno le compagnieAltrosguardo, Collettivo Lunazione, Cornelia/Sleeping, Compagnia Dance Factopry, Funa/Modalità Aereo, Gli alberi di Canto – The Beggars’ Theatre, Il teatro nel baule, I Pesci, Le streghe del Palco, Muricena Teatro, Primo Aiuto – Libera Imago.
Tutti uniti e insieme dunque in una residenza artistica diffusa “per resistere e guardare al futuro in un progetto concreto che valorizza spazi, saperi, professionalità, talenti che daranno vita a dodici spettacoli”. Le compagnie selezionate, attraverso un bando, presenteranno 12 lavori di danza, teatro e teatro ragazzi che debutteranno dal vivo in quegli stessi spazi non appena le normative lo consentiranno. Altrosguardo impegnata nello spettacolo “Oltraggio al pudore”,di e con Antonello Cossia; il Collettivo Lunazione con “La misura”,regia Eduardo Di Pietro; Cornelia/Sleeping con “Beauty work bitch”, regia e coreografia Nyko Piscopo; la compagnia Dance Factory/Una storia di humor– regia Luigi Cesarano; Funa/Modalità aereo “Davole senza fili”,ideazione e regia Marianna Moccia; Gli Alberi di Canto – The Beggars’theatre/Giorni infelici per Re Lear, regia, drammaturgia e musiche Mariano Bauduin; Il teatro nel baule/Anche i cani hanno un’adolescenza difficile,regia Sebastiano Coticelli e Simona Di Maio; I pesci/Underground,regia Fiorenzo Madonna; Le scimmie/Meridiani, regia Chiarastella Sorrentino,Le streghe del palco/Gelo, regia e drammaturgia Domenico Ingenito, Muricena Teatro/Diventa re,drammaturgia e regia Marianita Carfora e Raffaele Parisi; Primo Aiuto- Libearaimago/Boccaccio Suite, regia Roberto Ingenito.
L’impegno richiesto a fronte del ristoro economico è che ogni produzione sia composta da almeno 4 elementi tra tecnici e artisti che dovranno essere inquadrati per 20 giornate di prova alla paga minima sindacale. In questo modo almeno 80 persone potranno svolgere la loro attività. Accanto a ciò va aggiunto un minimo di due persone che i teatri dovranno mettere a disposizione per il periodo di prova con analogo inquadramento. Ciò permetterà di avviare complessivamente 100 persone al lavoro nell’arco di un mese.
Gli spettacoli saranno documentati attraverso i social con video e foto ma non saranno trasmessi via streaming. “Stiamo lavorando per l’allestimento di una rassegna dal vivo ed anche ad una circuitazione degli spettacoli– sottolinea Lello Serao, direttore artistico TAN – utilizzando magari gli stessi teatri, disposizioni anticovid permettendo”.
“Perché se è vero che dobbiamo continuare a mantenere le distanze gli uni dagli altri, dobbiamo impegnarci a ricucire le relazioni– si legge nella nota dei promotori – a ridurre le diseguaglianze, a rifondare un nuovo modo di fare cultura e società nei tessuti sociali e urbani dei nostri paesi, delle nostre città”.
La preoccupazione generale è grande e di totale incertezza, sta provocando enormi disagi nel settore dello spettacolo dal vivo in cui sono impegnati migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici.
“Il nostro compito è quello di immaginare il futuro e di tenere in piedi un sistema che altrimenti rischia di perdere frammenti indispensabili”, sottolinea Serao.
“Ciò che immaginiamo,in una prospettiva a lungo termine, è la creazione di un “luogo” di emancipazione creativa e di condivisione di buone pratiche – continua Serao – con l’obiettivo di mettere in circolo nuove energie produttive per rinnovare e rigenerare un sistema teatrale spesso immobile e impermeabile alle innovazioni”.
“Il grido che si leva poderoso non è tanto ce la faremo, ma speriamo di essere tutti”.