Forse Huawei nutriva più di una speranza nell’insediamento di Joe Biden come presidente degli Stati Uniti d’America per una revisione della sua posizione di ban ormai di scena da maggio 2019. Se il buongiorno si vede dal mattino, esattamente come accaduto nell’era Trump, non si prevedono nuovi risvolti positivi per il brand cinese: tutto dovrebbe restare così com’è insomma.
Joe Biden ha appena nominato Gina Raimondo segretario al Commercio per la sua amministrazione. Il primo approccio della rappresentante politica, così come si evince da un suo primo discorso in Senato, sembra essere quello di perseguire la stessa politica dell’uscente Trump. Non c’è spazio per ritrovati accordi con Huawei in USA e a dire la verità, neanche con un altro attore del mercato TLC cinese come ZTE.
Come ha fatto sapere anche Reuters proprio Biden, attraverso le prossime decisioni di Raimondo, si appresterebbe a mantenere Huawei nella lista nera delle aziende con le quali gli Stati Uniti non devono effettuare accordi commerciali. Proprio la Raimondo avrebbe dichiarato di voler utilizzare tutti i suoi mezzi per proteggere gli americani e le reti di comunicazione nazionali da aziende che possano essere influenzate dal governo cinese. L’approccio è ben chiaro e lascia spazio davvero a pochi dubbi su quella che dovrebbe essere la strategia (nella specifica materia) di tutta la nuova amministrazione Biden.
Già è noto come nel dicembre 2020 il Congresso abbia approvato l’investimento di 1,9 miliardi di dollari per la sostituzione delle infrastrutture di rete 5G Huawei e Zte nel paese. In questo contesto così “bellicoso” appare quasi ovvio per il futuro che nessuna azienda americana potrà riprendere la sua collaborazione proprio con Huawei. Neanche a Google ad esempio dovrebbe essere permesso di riprendere vecchi accordi e dunque di tornare a garantire i suoi servizi su dispositivi a marchio del brand cinese. Su questa possibilità converrà mettersi l’animo in pace ancora una volta, nonostante il cambio di inquilino alla Casa Bianca.