Michele Bravi a Domenica In ci lascia un insegnamento fondamentale, spendibile in ogni fase e contesto della nostra vita: “Per uscire dal buio devi passarci attraverso”.
Lui lo sa bene. La luce nella sua vita si è spenta qualche anno fa, in seguito a quell’incidente nel quale perse la vita una donna di 58 anni. Un tour in partenza, annullato; nuova musica alle porte, posticipata; due vite, non una, spezzate.
Ha accantonato anche alla musica. Se per la famiglia della donna che ha perso la vita non è stato un periodo facile, non lo è stato neanche per Michele Bravi, di cui si è discusso troppo a lungo. Ciò che è stato sempre sottovalutato è stato il suo stato d’animo che lo ha portato ad una immediata e pericolosa chiusura.
La musica in un angolo, non riusciva neanche a parlare. Lo ha salvato il suo “Angelo”, che adesso si trova dall’altra parte del mondo. “Ho avuto la fortuna di avere una persona, una soltanto ne bastava per capire come trovare una geografia nel mio buio”, racconta Michele Bravi a Domenica In in una intervista particolarmente profonda con Mara Venier.
La sua è sicuramente una storia tanto particolare quanto difficilmente comprensibile. Al suo fianco ha avuto una figura particolarmente importante, fondamentale, vitale, che lo ha guidato e lo ha aiutato ad orientarsi nel suo buio.
“Nella vita delle persone esistono momenti bui”, ognuno ha la sua storia, ognuno meriterebbe un “angelo” al suo fianco perché “il linguaggio del dolore è sempre lo stesso”, sottolinea Michele Bravi a Domenica In.
“Tutti abbiamo avuto un Angelo che ci ha indicato la strada e che quando abbiamo iniziato a percorrerla se n’è andato”, prosegue.
“Immagina che ad un certo punto il mondo si spenga, tu non vedi più niente, è tutto buio intorno a te, non c’è più una luce. Il posto dov’eri ha cambiato il suo orientamento e quella sensazione lì è estremamente claustrofobica. Non sai dove sei, non sai che cosa sei”, racconta con voce tremante. Lo ha salvato il suo buon “Angelo”, che lo ha guidato e sostenuto con pazienza e amore. Così, piano piano, è riuscito a ricostruire una piccola geografia del suo buio e da qui prende vita il suo nuovo disco di inediti, La Geografia Del Buio.
A proposito del nuovo progetto racconta che è nato da una promessa, “una promessa fatta a quella persona lì che è stata con me tutto il tempo. Mi ha fatto promettere che quella cosa che lui ha fatto con me io la facessi con più persone possibili, con al cosa che sapevo fare meglio: cantare”.
Lo definisce uno “strappo della vita”, quel momento di buio, uno strappo che ha iniziato a ricucire punto dopo punto, senza scappare perché “per uscire dal buio devi passarci attraverso”.
“Questo disco non parla di come uscire dal buio, parla di come si convive con il buio”, conclude. Lo ascolteremo il 29 gennaio.