C’è già chi dice che Nobody Is Listening di Zayn sia la riabilitazione necessaria da Icarus Falls, ottimo progetto ma probabilmente troppo ambizioso per un artista così pieno di talento.
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Nobody Is Listening di Zayn
Con Nobody Is Listening di Zayn scopriamo un mondo ancora più ricercato. Le anticipazioni Better e Vibez non hanno reso pienamente l’idea di ciò che avremmo incontrato. Lo scopriamo subito con Calamity, che ci accoglie con rintocchi di pianoforte usati come tappeto per sorreggere un flow che somiglia a un proclama. Tutto si apre, infine, con l’audace scelta del canto con effetto bath tub.
Per chi è alla ricerca di vibrazioni più atmosferiche, Outside e Connexion possono reggere l’intero album: la prima mette in mostra tutte le abilità di Zayn, la seconda è forte di influenze black di cui l’artista non è certo digiuno. Un senso di sorpresa travolge con Sweat, che parte con l’inganno ambient per poi aprirsi in una bomba anni ’80 in termini di beat e timbri degli strumenti.
Nobody Is Listening di Zayn è forte di duetti eccellenti e che possiamo considerare eterogenei – ed è carattere, non difetto – rispetto al disco: in When Love’s Around troviamo Syd su un pianeta che sfiora il reggaeton ma senza scadere nella frivolezza estiva. Windowsill ospita il flow di Devlin, che aggredisce il finale sfiorando l’urban più violento.
Un pizzico di blues e jazz
Tra le sorprese più gradite di Nobody Is Listening di Zayn c’è quell’occhiolino strizzato alla musica che fu. Lo troviamo in tre tracce: Unf***witable, che si tinge di r’n’b e osa il cromatismo per un minuscolo segmento che profuma di blues. Un mondo, quest’ultimo, che invece arriva con prepotenza in Tightrope che ci prepara al gran finale di River Road.
Nobody Is Listening di Zayn è il disco di un neo papà che sa il fatto suo, mai banale e con il potere di sapersi reinventare.