Nel corso degli anni FIFA Ultimate Team ha imparato a riempire costantemente le giornate dei propri appassionati. Il team di sviluppo è sempre alla ricerca di nuovi modi per coinvolgere la community a livello quotidiano, nel tentativo di non rompere nemmeno per un attimo la continuità generata.
Un compito che potremmo definire come riuscito in pieno, vista la quantità di contenuti che affollano sempre la modalità di gioco di FIFA 21, tra sfide ad hoc e carte speciali sfornate senza interruzioni. In una marcia lunga che è partita nei primi giorni di ottobre e si concluderà presumibilmente soltanto all’uscita di FIFA 22.
È però un FIFA Ultimate Team che è impegnato anche su fronti diversi rispetto a quelli videoludici. Numerosi gli attacchi ricevuti dalla modalità, additata in più circostanze di essere un’istigazione al gioco d’azzardo attraverso le cosiddette loot box. I “pacchettini”, per essere meno enigmatici. Ma c’è chi difende il titolo di Electronic Arts.
FIFA Ultimate Team e le loot box, Peter Moore dice la sua
A parlare questa volta è Peter Moore, ex dirigente Microsoft ed Electronic Arts, che ha voluto dire la sua in merito. E l’ha voluto fare da persona ormai esterna al mondo dei videogiochi, provando quindi a dare una visione d’insieme al discorso. E per fare un esempio chiaro di qualcosa che esiste da sempre si rifà ai classici pacchetti di figurine e non solo. Qualcosa che acquisti e che ti da accesso sicuro a una ricompensa: non esiste che apri un pacchetto e non ci sia niente al suo interno.
“Credo solo che ci sia davvero molta distanza tra il gioco d’azzardo e meccaniche come quelle delle loot box” ha poi concluso, sottolineando come le possibilità di ottenere premi precisi sia poi ben evidente dalle qualità specifiche di ogni pacchetto.
Difficile che questo possa fermare la polemica che non smette ormai da diverso tempo, e che probabilmente terrà banco ancora per un bel po’ di tempo.