Nel 2021 di Tiziano Ferro ci sono concerti negli stadi che ad oggi sembrano essere di difficile realizzazione. I live erano in programma già per lo scorso anno ma – come sappiamo – il 2020 e la pandemia globale dovuta al Coronavirus ha portato ad un posticipo di tutti gli eventi in programma e di ogni forma di aggregazione.
Nonostante la rinuncia alle esibizioni dal vivo, il bilancio di Tiziano Ferro per il 2020 è positivo. Lo racconta come un anno creativo nel quale ha imparato tante cose, tra le quali la “compassione”. Il 2020 è stato anche l’anno nel quale si è reso conto di essere una persona davvero fortunata “non che non lo sapessi”, chiarisce l’artista.
Il 2020 è stato un anno estremamente produttivo, iniziato con la presenza fisa nel cast del Festival di Sanremo e chiuso con il documentario Ferro, su Amazon Prime Video e l’album di cover Accetto Miracoli: L’Esperienza Degli Altri.
A Magazzini Musicali, Tiziano Ferro è in collegamento video con una T-shirt che sprizza ottimismo: “Good things are coming”.
“La musica deve curare l’anima e lo spirito, sono sicuro che nel 2021 arriveranno buone cose”, racconta l’artista, anticipando: “Il 2021 sarà l’anno nel quale ci assesteremo per tornare alla normalità”. Accenna al vaccino e alle prime dosi già distribuite ma invita anche alla massima attenzione. L’anno di assestamento non è un “liberi tutti”.
In questo anno di transizione, cosa ne sarà del suo tour? Nel 2021 di Tiziano Ferro i concerti negli stadi forse saranno nuovamente costretti ad un posticipo ma, se così fosse, il 2022 sarà sicuramente l’anno giusto per il ritorno alla vita pre-covid.
A tal proposito, Tiziano Ferro non si sbilancia, pur esprimendo qualche lecito dubbio:
“Dipenderà moltissimo da quello che succederà. Ci sono concerti in calendario che essendo previsti negli stadi ad oggi sembrano un po’ impensabili. Spero di potermi sbagliare ma se così non fosse ci vedremo sicuramente a giugno e a luglio altrimenti si vedrà“, dice, “Spero che questo tour ci sia, se non arriverà ci saranno altre cose”, conclude, prima di esibirsi sulle note di Non Escludo Il Ritorno di Califano.
“Soltanto lui poteva dichiararsi immortale prima della morte. Ha fatto cose che oggi tanti artisti giovani tentano di riprodurre; è stato il vero rapper di quartiere, la versione più autentica di artista urbano”.