Con l’intera stagione dedicata dal fenomeno della pandemia, Grey’s Anatomy 17×05 ha raggiunto forse il picco di drammaticità finora, con un omaggio alle vittime di Covid-19 che ha voluto sottolineare il valore delle vite umane perdute, nomi di figli, genitori, nonni, bisnonni che stanno dentro le fredde statistiche.
Grey’s Anatomy 17×05, penultimo episodio per questa stagione, si è concluso con la voce fuori campo di Miranda Bailey (Chandra Wilson) rotta dall’emozione nel pronunciare una manciata di nomi persone che non ce l’hanno fatta, mentre il suo personaggio in scena dice addio a sua madre ultraottantenne, ammalatasi in una casa di riposo per anziani, cantandole My Girl dei Temptations. Una storia che potrebbe essere quella di tanti: il ricovero in un ospizio, l’interruzione delle visite dei parenti, l’esplosione di un focolaio, il propagarsi rapidissimo dei contagi, l’arrivo in ospedale quando ormai la situazione è compromessa. Vicende che dalle cronache arrivano sullo schermo con il personaggio della madre della Bailey, costretta suo malgrado a prendere decisioni d’importanza vitale, perlopiù nei riguardi di un genitore già affetto da Alzheimer.
Ma non è solo il bel monologo finale della Bailey a racchiudere il senso di perdita in Grey’s Anatomy 17×05: alla fine dell’episodio su uno schermo nero scorre un lungo elenco, progressivamente sempre più ampio, di nomi di persone decedute per Covid-19. Una lista che continua ad allungarsi fino al dissolvimento dell’immagine, ad indicare un continuo aggiornamento del terribile bilancio delle vittime. L’insieme della scena finale e della schermata in tributo ai morti per la pandemia è un messaggio straziante e catartico: nella sua cupezza, quest’episodio ha raccontato in modo incredibilmente verosimile molti dei sentimenti che animano chi ha perso qualcuno in questa pandemia. Lo strazio della morte in solitudine, il senso di impotenza, il rimpianto per ciò che si sarebbe potuto fare prima, la rabbia e la frustrazione e la commozione: sentimenti che si confondono in un addio ingiusto ed inevitabile e che l’episodio sviscera in modo intelligente nel dialogo tra la Bailey e Maggie Pierce sulle loro madri.
Grey’s Anatomy 17×05 ricorda con forza che i morti di Coronavirus “non sono senza volto“, non sono solo i numeri dei bollettini sanitari e delle statistiche sulla letalità, sono figli di qualcuno, madri di qualcuno, nonni di qualcuno, anche se nelle cifre dei report internazionali sembrano confondersi gli uni con gli altri.
L’ex medico, ora sceneggiatrice e produttrice esecutiva della serie Zoanne Clack, che ha scritto l’episodio di Grey’s Anatomy 17×05, ha spiegato da dove è arrivata l’ispirazione, molto personale, che l’ha spinta a scrivere un’ora di tv così dolorosa. La storia della madre di Bailey è in parte quella di sua madre e l’intero episodio, che affronta anche il tema dell’incidenza della pandemia sulle minoranze etniche in termini di contagi e vittime, nasce tanto da un’esperienza personale quanto dallo studio dello scenario pandemico.
“L’ispirazione per pronunciare i nomi nella voce fuori campo finale è stata multifattoriale. Quando mia madre si è contagiata ed è quasi morta di COVID, ero così arrabbiata che potesse passare alla storia come una delle ramificazioni senza nome e senza volto di questa malattia. Osservavo come stava influenzando in modo sproporzionato i neri americani, gli americani anziani e le persone che vivevano nelle residenze assistite. Mia madre era tutto questo. Ma era anche un’insegnante che ha influenzato molte vite di successo e ha una risata contagiosa. Questa era la storia che volevo che le persone ricordassero, non che fosse vittima di una pandemia. Fortunatamente dopo una battaglia lunga e duramente combattuta di 7 settimane, ora è una sopravvissuta COVID. Quindi non deve essere una tra le tante. Ma ce ne sono tanti che sono tra quelli e che meritano di essere più che numeri o statistiche.
E se i nomi citati dalla Bailey nel suo monologo finale sono in gran parte veri o ispirati a persone morte durante l’epidemia, l’idea dello schermo nero con una lunga lista di nomi è la riproposizione di quello costantemente aggiornato sul sito di medicina Medscape, intitolato In Memoriam, Health Care Workers Who Have Died of COVID-19 (Operatori Sanitari Che Sono Morti di Covid-19) che trovate a questo link. Il ritmo del suo aggiornamento è impressionante.
Persone provenienti da tutto il mondo possono inviare nomi di colleghi, amici e familiari. A partire dal 1° luglio, l’elenco includeva più di 1800 nomi di 64 paesi di età compresa tra i 20 ei 99 anni. L’ultimo aggiornamento è stato il 3 dicembre, quindi non si sa quanti nomi ci siano ora. Inoltre altre ispirazioni sono venute dal potente articolo del New York Times che nominava le 100.000 vite che avevamo perso a causa del COVID fino ad allora (“Una Perdita Incalcolabile”, pubblicato alla fine di maggio) e il movimento Black Lives Matter i cui manifestanti hanno mostrato i nomi delle vite nere che ora riposano in pace.
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