Il periodo autunnale (o meglio, quello pre-invernale) rappresenta la finestra temporale perfetta per accogliere Call of Duty Black Ops Cold War. La guerra fredda di Activision vede scendere sul campo di battaglia un veterano come Treyarch. Il team di sviluppo riprende ancora una volta le redini della sua saga, pronto a sorprendere i propri fan.
E diversi sono gli aspetti su cui è intervenuto, e che non possono di certo passare inosservati. Tra modalità per giocatore singolo (da non dare mai per scontata, e gli anni passati ne sono stati una prova lampante, ndr) a quelle multiplayer, di carne messa sul fuoco ce n’è eccome. E il profumino che arriva dalla brace digitale è di quelli invitanti, che apre lo stomaco.
E allora tuffiamoci nell’abbuffata di contenuti che promette il nuovo capitolo del franchise.
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- Niente è mai come sembra nell'avvincente Campagna per giocatore...
Lupi solitari in Call of Duty Black Ops Cold War
Il 2020 è stato un anno assai proficuo per la serie, che con Call of Duty Warzone ha trovato un’ulteriore consacrazione. Si cambia registro però con Call of Duty Black Ops Cold War, che riporta gli utenti a quelle che sono le dinamiche classiche della serie. Sia sotto il profilo della campagna che nel comparto multigiocatore. Ma procediamo con ordine.
Il team di sviluppo di Raven Software si è concentrato sulla componente dedicata ai lupi solitari. Dopo l’assenza in Black Ops 4, il messaggio è stato recepito dagli addetti ai lavori. Che gli utenti la giochino o meno (e pare proprio che la giochino), la campagna dev’esserci. Una sorta di faro, pronto a illuminare la strada, e a permettere di prendere innanzitutto confidenza coi comandi. Poi, se l’indice qualitativo è alto, può anche divenire una valida alternativa alla frenesia del mondo di gioco online.
E in questo caso si può dire che Call of Duty Black Ops Cold War abbia fatto centro sotto tutti i punti di vista. Al consueto gameplay della serie, fatto di scontri serrati e momenti concitati, si aggiunge anche una componente narrativa mica male. Che innalza la qualità globale dell’intera produzione, elevandone lo spessore.
Come di consueto, per scelta personale, eviteremo di scendere nei dettagli, anche per non rovinare il piacere della scoperta. Basti sapere che nulla è stato lasciato al caso, tanto nel momento in cui si imbraccia un fucile quanto in quello in cui bisognerà prendere decisioni. E sì, perché Call of Duty Black Ops Cold War costringerà anche gli utenti ad affrontare delle scelte, che avranno ripercussioni pratiche sul finale verso cui si virerà durante l’avventura. Un modo per incrementare il tasso di rigiocabilità e porre maggiore focus anche su una modalità, quella per singolo giocatore, forse mai valorizzata veramente in passato.
Vietato fermarsi
Inutile sottolineare che il cuore pulsante dell’intero organismo di Call of Duty Black Ops Cold War sia da ricercare nel multiplayer. Dimenticate però i ritmi compassati a cui ci ha abituati dalla scorsa primavera Call of Duty Warzone. Qui non c’è tempo per riposare un attimo, con gli scontri che risultano brevi e intensi. Vietato scostare il dito dal grilletto, vista la facilità con cui si va al tappeto, sebbene i tempi di respawn siano chiaramente molto diversi rispetto a quelli del Battle Royale.
Riflessi fulminei e una buona dose di sangue freddo, unitamente a una mira eccelsa, sono le componenti che fanno la differenza. In mappe costruite per favorire appunto la frenesia del gameplay e per rendere la vita difficile ai cosiddetti “camperoni”, quelli che si piantano in un punto cieco e mirano a creare imboscate.
Una rinfrescata bella sostanziosa è stata però data dai ragazzi di Treyarch ad alcuni degli aspetti chiave dell’online della saga. In particolare, a essere rivisto è il sistema delle killstreak, le serie di uccisioni. Che, nella fattispecie, in questo caso bisognerà cominciare a chiamare in maniera diversa. Non sarà infatti più necessario accumulare uccisioni su uccisioni per poter accedere alle ricompense più avanzate da sfruttare in game, bensì accumulare punti. Con le soglie che sono state un po’ aumentate. Un modo per concedere anche a chi ha meno dimestichezza col pad di riuscire a godere appieno di una feature che sa dare parecchie soddisfazioni.
Una fame da… zombie!
Multiplayer in COD vuol dire anche modalità zombie. E i claudicanti morti viventi hanno risposto presente anche in Call of Duty Black Ops Cold War. Questa volta il teatro delle sparatorie contro i nemici controllati dalla CPU sarà un complesso nazista risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Abbandonato, ma nemmeno poi troppo.
Tanti i segreti da scoprire, completando azioni durante le proprie partite, facendo come sempre attenzione a non finire negli abbracci mortali dei famelici avversari. Di armi a disposizione se ne avranno diverse, e vedranno succosi boost con il progredire delle ondate e dell’aggressività degli antagonisti. Meglio avere a disposizione le giuste contromisure per evitare di veder spuntare la schermata di game over.
Una sfida non da poco, e che come sempre sarà possibile vivere in coop con la propria squadra. Darsi una mano sarà fondamentale, anche per creare soluzioni tattiche che portino i nemici a disinteressarsi dei propri compagni più in difficoltà.
Call of Duty Black Ops Cold War per tutti i gusti
Un capitolo cross gen, quello di questo finale di 2020, che riesce a soddisfare le esigenze di un pubblico assai vasto. Da un lato i videogiocatori che, volenti o nolenti, sono ancora ancora a PS4 e Xbox One. Dall’altro quelli che hanno già fatto il salto generazionale e sono atterrati su PS5 e Xbox Series X. Due diverse edizioni, ottimizzate per gli hardware di riferimento, che riescono appieno nel loro intento. Innalzare ancora una volta l’asticella della qualità della produzione di Activision, settando standard che saranno un riferimento per il mondo degli sparatutto.
Un prodotto godibile sotto tutti i punti di vista anche grazie a un comparto tecnico che aumenta, e non di poco, il grado di immersione. Tra scenari rifiniti e modelli poligonali dei personaggi e delle armi sempre curati, non c’è spazio per critiche di sorta. Probabilmente, se volessimo spaccare il capello, l’unica problematica è legata alla grande competitività dell’ambiente multigiocatore online. Che rischia di frustrare le ambizioni di chi è alle prime armi (permettete il gioco di parole) e non ha skill particolarmente affinate. Nulla che però non possa essere risolto con un po’ di sano allenamento, e magari con l’ausilio di qualche video tutorial dei pro, che spieghi le migliori tattiche da adottare.