Renato Zero a Radio Italia racconta il viaggio del primo volume di Zerosettanta, quello con il quale chiude la trilogia del cofanetto che ha concepito per i suoi primi 70 anni.
Il cantautore romano, sentito da Manola Moslehi e Mauro Marino, ha ribadito quanto sia stato importante – per la sua carriera – il suo percorso di indipendenza discografica.
Così ha messo a frutto quell’imprevedibilità che definisce come il suo Vangelo, con la spinta data dal non avere limiti in un racconto che dura ormai da 50 anni e con estremo successo.
Un progetto monumentale, il suo, che gli è stato suggerito dal periodo molto particolare che stiamo vivendo. Renato Zero ha sentito quindi l’esigenza di impegnarsi in qualcosa che desse un senso a questo tempo così informe, tanto da dare vita a un box monumentale nel quale ha saputo guardare in ogni direzione.
Stupisce anche la scelta di parlare, per la prima volta, delle sue nipoti Virginia e Ada. La dedica del secondo volume non arriva a caso ed è nata dalla necessità di condividere la gioia di essere nonni: “Non potevo ancora lasciarla relegata agli spazi della vita privata, come ho sempre fatto”.
In Zerosettanta c’è anche la necessità di tornare alla musica suonata, con la collaborazione preziosa di Alan Clark, Phil Palmer, Adriano Pennino e Danilo Madonia che hanno curato gli arrangiamenti dei tre album che Renato Zero si è regalato per il compleanno a cifra tonda, oltre che alla cura dei testi, per i quali ha diviso la penna con il giovane Lorenzo Vizzini e con un collaboratore storico come Vincenzo Incenzo. Nel secondo volume, torna anche Dario Baldan Bembo.
E infine, c’è anche un messaggio forte per la lotta al virus: “Facciamo questo sforzo una volta per tutte e mi rivolgo anche ai giovani. Io sono stato giovane e scapestrato, mi vestivo come un’anatra e come un pavone, vi voglio bene ma dovete capire che divertirsi è anche avere rispetto per gli altri. Non va bene che la nostra trascuratezza vada a ledere qualcun altro”.
Renato Zero è anche il primo artista italiano a essere in vetta alle classifiche da 6 decenni, meglio di lui ha fatto solo Barbra Streisand: “E che vi devo dire, mi tremano le gambe”.
Rivivi l'intervista di @renatozer0 a Radio Italia!
— Radio Italia (@RadioItalia) November 25, 2020
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