Mai quanto negli ultimi anni il dibattito intorno alla violenza di genere è diventato centrale e aperto ai contributi più diversi: complice il fenomeno del #MeToo e un nuovo movimento femminista sempre più intersezionale e connesso a livello globale, la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne istituita dall’ONU per il 25 novembre è diventata un momento di discussione profonda e di analisi di un tema in costante evoluzione.
Sebbene i movimenti femministi non siano mai stati così uniti (pur nelle loro differenze) e centrali nel dibattito pubblico internazionale dal ’68 ad oggi, le cronache dimostrano quanto ancora sia lontano quel cambiamento culturale auspicato in termini di parità di genere e di concezione del femminile nell’opinione pubblica. In Italia, poi, in cui la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne si traduce spesso in un allarmante bollettino di morte, i casi di violenza domestica, abusi sessuali, femminicidi, tendono sempre ad essere raccontati in modo mistificatorio e con un’attenzione particolare alle ragioni del carnefice e alle presunte mancanze della vittima. La sola accettazione del termine femminicidio – che non è solo l’omicidio di una persona di genere femminile per le ragioni più disparate, ma la sua uccisione in quanto tale, col preciso scopo di punirla in quanto donna – ha richiesto anni di battaglie e di scontri anche aspri tra intellettuali e studiosi.
Giornali e tv non sempre aiutano in questo senso, riproponendo narrazioni basate su luoghi comuni che speravamo fossero stati archiviati già nel secolo scorso. Lo storytelling delle serie tv, invece, ha fatto passi avanti nel racconto della violenza sulle donne e delle sue – talvolta anche sottili – sfumature. Sebbene molte tendano ancora a rappresentare l’argomento in modo didascalico, molte altre hanno saputo non solo mettere in scena i concetti di violenza di genere, rapporto malato, mascolinità tossica, ma declinarli anche in modo da non sembrare un mero compito scritto per assolvere ad un dovere morale. Ce ne sono alcune, in particolare, che in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne ci sentiamo di consigliare a tutte e soprattutto a tutti per la loro capacità di scavare nelle pieghe di un fenomeno stratificato e complesso, che va combattuto innanzitutto culturalmente, oltre che sul piano giuridico.
Unbelievable
In assoluto la serie più esplicita sul tema del victim blaming, ossia della colpevolizzazione della vittima, mostra in modo realistico e toccante quanto sia semplice mettere in discussione la denuncia di una vittimadi violenza carnale, soprattutto per i pregiudizi, l’impreparazione e la mancanza di protocolli adatti a trattare casi del genere. Tratta da una storia vera, fa sprofondare lo spettatore nella solitudine della sua protagonista, un’adolescente che non viene creduta dalla polizia quando denuncia di aver subito uno stupro in casa. A credere alla sua versione, anni dopo, saranno due agenti in cerca di uno stupratore seriale. Disponibile su Netflix.
Il Racconto dell’Ancella
La serie tratta dal romanzo distopico di Margaret Atwood The Handmaid’s Tale è certamente uno dei must-watch degli ultimi anni: una narrazione potente, una storia di sottomissione angosciante e dolorosa che si fa metafora di un mondo moderno sessista e misogino, in cui le donne sono identificate sulla base della loro capacità di procreare (primario e spesso unico ruolo degno di rispetto che viene loro riconosciuto ancora oggi). Umiliate, schiavizzate, annientate nei loro diritti umani, le donne della Atwood sono però anche portatrici di un messaggio di riscatto necessario e di un desiderio innato di non soccombere, di cui il rosso delle loro vesti diventa simbolo. Disponibile su TIMVision.
Big Little Lies
La miniserie Hbo con Nicole Kidman, Shailene Woodley e Reese Witherspoon è particolarmente efficace nel racconto degli effetti della violenza sulle donne ma soprattutto dei rapporti tossici, indagando anche le dinamiche della dipendenza emotiva che si innesca tra la vittima e il suo carnefice. Tra episodi di violenza domestica, abusi sessuali, bullismo, la serie mostra l’altra faccia di vite patinate e apparentemente perfette di donne benestanti nelle loro meravigliose ville sull’oceano in California, dimostrando come la violenza non abbia stratificazione sociale e non sia solo frutto di situazioni degradate. Disponibile su NowTv.
Liar / Non Mentire
Serie inglese che ha avuto anche un remake italiano interpretato da Alessandro Preziosi e Greta Scarano per Canale5, racconta la storia di uno stupro avvenuto dopo un appuntamento galante tra un uomo, un medico di chiara fama, e una donna, una giovane insegnante: due versioni opposte della storia – un rapporto consensuale secondo lui, un abuso secondo lei – spingono lo spettatore a mettersi ogni volta nei panni dell’uno o dell’altro protagonista, fino al disvelamento della verità che passa attraverso i dubbi su ciascuno dei due. La versione italiana è disponibile su Mediaset Play.
Jeffrey Epstein: Flirty Rich
La docuserie Jeffrey Epstein: Flirty Rich racconta in 4 parti l’inchiesta clamorosa che ha portato in carcere – dove poi sarebbe morto (apparentemente) suicida – il misterioso finanziere proprietario di intere isole nell’arcipelago delle Vergini. Il suo sistema piramidale di reclutamento delle vittime – tutte giovani con problemi economici, familiari, psicologici – è raccontato da alcune delle ragazze finite nella sua rete con dettagli clamorosi e raccapriccianti. Ma anche la ricostruzione dell’inchiesta giudiziaria, fatta di ostruzionismi, patteggiamenti, pene ridotte per l’enorme influenza politica e potere negoziale di Epstein è inquietante, fino al finale di un processo mai celebrato, per il suicidio del finanziere dopo l’arresto a New York per svariate accuse tra cui quella di traffico internazionale di minori. Disponibile su Netflix. (Qui la nostra recensione).