Il titolo in borsa Xiaomi ha subito, nelle ultime ore, una contrazione davvero importante che non si sposa affatto con la crescita del brand a livello mondiale, con le vendite degli smartphone del produttore in costante aumento ovunque nei paesi occidentali. Perché dunque questa flessione che all’apparenza appare non giustificata? Una nuova bozza di normativa per le regole antitrust in Cina relativa ai colossi hi-tech avrebbe più che spaventano i mercati, causando il crollo delle quotazioni riferite a molti marchi noti.
La normativa cinese è stata presentata dal regolatore Samr (State administration for market regulation) ma non è entrata ancora in vigore. Nonostante la mancata ufficialità, il documento ha comunque scatenato le reazioni del mercato e ha spinto tanti azionisti a vendere le azioni del colosso cinese Xiaomi ma anche di Alibaba, ancora di Tencent e altre grosse aziende. Solo Xiaomi ha visto una contrazione del prezzo del proprio titolo dell’8,18%. Ad Alibaba non è andata meglio con un calo del 9,8%, mentre Tencent ha subito una flessione del 7,39%-, Per finire, nella sola giornata di trading a Hong Kong di martedì, sarebbero stati bruciati più di 280 miliardi di dollari di valutazione di mercato rispetto al prezzo di chiusura di lunedì.
Ma quale bozza di normativa ha fatto crollare appunto il titolo in borsa Xiaomi come quello di tutti gli altri grossi marchi? L’intervento ha l’obiettivo di impedire che un singolo gruppo di uno specifico settore domini un mercato: la regolamentazione vorrebbe evitare che la concorrenza sia inibita da alcuni protagonisti dominanti in assoluto. Le nuove regole sono state condivise per la consultazione pubblica e hanno scatenato appunto i mercati. Gli scenari che si aprono dinanzi Xiaomi e gli altri giganti hi-tech sono dunque abbastanza incerti, ma saranno più chiari almeno nel momento in cui la legislazione diventerà almeno definitiva.