Di recente la rete britannica Channel 5 ha commissionato un dramma psicologico in tre episodi incentrato sulle vicende di Anna Bolena, nota figura storica con cui la serialità ha lunghi trascorsi. La vita della regina, seconda moglie di re Enrico VIII e sovrana d’Inghilterra dal 1533 al 1536, è sempre stata fonte di un certo fascino per il grande e il piccolo schermo. La novità, stavolta, è che a rivivere le traversie di una donna condannata all’infelicità sarà Jodie Turner-Smith. L’attrice britannica di origine giamaicana sarà dunque chiamata a interpretare una donna bianca, in una produzione che seguirà gli ultimi anni di vita di Anna Bolena, i suoi tentativi di assicurare un futuro alla figlia e sopravvivere in un mondo patriarcale sempre più duro. La serie, scritta da Eve Hedderwick Turner e diretta da Lynsey Miller, sarà prodotta da Fable Pictures e conterà su un cast di cui fanno parte Amanda Burton, Paapa Essiedu, Thalissa Teixeira, Barry Ward e Jamael Westman.
Sono entusiasta di collaborare con questi fantastici produttori e portare sullo schermo la storia di una delle regine più controverse della storia. Esaminare in modo approfondito gli immensi punti di forza di Anna Bolena considerando allo stesso tempo le sue fatali debolezze e vulnerabilità… la sceneggiatura di Eve ha conquistato subito la mia immaginazione. Nelle mani di Lynsey Miller la leggenda di questa regina formidabile e madre fiera sarà vista come una storia profondamente umana e ancora molto rilevante. Non vedo l’ora di mettere il cuore e lo spirito in questa coraggiosa rievocazione della caduta di una donna iconica, ha commentato Jodie Turner-Smith.
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Faye Ward e Hannah Farrell, direttrici creative di Fable Pictures, hanno aggiunto: Il dramma di Eve sfida tutte le convenzioni su chi crediamo fosse Anna Bolena e getta una luce femminista sulla sua storia. Siamo assolutamente elettrizzate all’idea di vedere la magnetica Jodie Turner-Smith condensare la volontà di Anna di essere trattata da pari dagli uomini e di tracciare un percorso per la figlia. Crediamo che la storia abbia relegato ai margini una regina ambiziosa a vantaggio di uomini che l’hanno schiacciata, e che la bella, intima versione di Lynsey Miller porrà lo sguardo di Anna al cuore del progetto.
Channel 5 has sparked a race row after casting black actress Jodie Turner-Smith as Queen Anne Boleyn in a new period drama. Ann Boleyn was white. What would happen if a white woman played Rosa Parks. There would be howls of outrage. This Rewriting of history has GOT to stop. pic.twitter.com/mRE5JRpijv
— Dr James Kent (@DrJamesKent3) October 30, 2020
Secondo quanto anticipato da Ben Frow di Channel 5, la serie osserverà la vita di Anna Bolena da una prospettiva nuova, non seguendo i canoni delle produzioni storiche in costume ma elaborando un thriller psicologico propulsivo. Nonostante l’entusiasmo di tutte le parti coinvolte, dalle reazioni degli utenti sui social sono emersi perlopiù ironia e sconcerto. L’obiezione più ovvia è che Anna Bolena è stata una donna bianca. Molti hanno fatto notare che se il ruolo di una donna nera fosse stato affidato a un’attrice bianca si sarebbe subito urlato al whitewashing e all’appropriazione culturale. Altri hanno ribattuto che si tratta di una scelta creativa accettabile, dal momento che per decenni il Gesù cinematografico ha sempre avuto la pelle, gli occhi e i capelli chiari.
Al netto di questi battibecchi da tastiera, viene da chiedersi se scelte del genere servano solo a spuntare la casella della diversità o possano essere opportunità significative in termini di rappresentazione sullo schermo. Quello che ad alcuni sembra sfuggire è che le minoranze non possono ridursi a banali ornamenti, macchie di colore a malapena distinguibili sullo sfondo di tele che ritraggono qualcun altro. Che hanno sempre e soltanto ritratto qualcun altro. Sarebbe molto più utile e costruttivo dare a sceneggiatori, registi, interpreti, creativi in genere la possibilità di portare sugli schermi le storie di cui sono stati protagonisti, che hanno recuperato da un passato identitario comune o concepito alla luce delle proprie esperienze. Il risultato sarebbe diverso, più onesto, lusinghiero. E, in questo caso, contribuirebbe a smontare il dominio culturale e intellettuale bianco occidentale, ampliando gli orizzonti con la forza di narrazioni autentiche e senza precedenti.