L’aggiornamento con i dati sui positivi Covid è ormai un appuntamento fisso che chiude ogni giorno. I numeri in costante crescita non permettono di abbassare la guardia. E la tornata autunnale dell’influenza stagionale non manca di generare allarmismi, spingendo verso l’alto il numero dei tamponi giornalieri.
Poco meno di 22mila i nuovi positivi Covid registrati nella giornata di ieri, numero che emerge su un totale di 174mila tamponi effettuati. Una cifra che chiaramente spinge il governo alla cautela in vista dell’immediato futuro, per evitare ricadute importanti sul Sistema Sanitario Nazionale.
Positività, quelle registrate nelle ultime ore, che vanno ad aggiungersi a quelle già riscontrate nel corso delle ultime settimane. E tra queste ultime c’è chi tarda a “negativizzarsi”.
Positivi Covid a “bassa carica”, facciamo chiarezza
Parliamo dei positivi Covid a “bassa carica” virale, vale a dire tutti coloro che risultano ancora non negativi, pur se sostanzialmente “guariti”. Chi fa parte di questa categoria di persone?
A fare chiarezza ci pensa il virologo Francesco Broccolo dell’Università di Milano-Bicocca. Stando a quanto dichiarato dal Professore, appartengono a questa tipologia di positivi tutti coloro che presentano al tampone meno di cinquemila copie di RNA virale per millilitro di campione analizzato. Una stima di molto bassa rispetto a quella ravvisata nei tamponi di inizio epidemia, che contengono milioni di copie di RNA virale.
La domanda lecita dunque è legata al ritorno in società dei positivi Covid a bassa carica virale: quali sono i rischi? Per fare luce sulla questione è intervenuto il Professore Giuseppe Remuzzi, dirigente dell’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. “Dire positivo non basta più. Si parla di tamponi positivi che hanno una carica virale molto bassa, ed è molto difficile che pazienti con questo tipo di tamponi possano contagiare altre persone” è stato quanto dichiarato.
Tornare a contatto con altre persone è quindi consentito in questi casi? Stando all’ultima circolare del Ministero della Salute, l’isolamento decade qualora il soggetto continui a essere positivo per Covid-19 dopo 21 giorni dall’insorgenza dei sintomi, ma non ne abbia più da almeno una settimana. La carica virale bassa non renderebbe questi soggetti pericolosi per la salute pubblica.