C’è un sentito sfogo di Emis Killa sul Covid in cui si evidenzia una netta posizione sul dibattito degli aiuti finanziari che il mondo della musica chiede a gran voce dall’esplosione della pandemia. Il rapper dice la sua e lo fa nel suo stile, con lo stiletto affilato e una particolare attenzione rivolta al settore operaio dello spettacolo e agli artisti emergenti.
Negli ultimi giorni, infatti, il nuovo DPCM ha dato nuovo vigore all’appello che gli artisti rivolgono al Governo per trovare una copertura finanziaria sull’attività che, inevitabilmente, ha subito un forte ridimensionamento. Nelle ultime ore anche Piero Pelù si è fatto portavoce delle richieste degli artisti. Lo sfogo di Emis Killa sul Covid cerca di rimettere ordine in mezzo alle varie polemiche, suddividendo in vari ordini di importanza secondo le sue personali priorità.
“Chi ha bisogno di aiuti dallo stato anche nella musica è la fascia operaia: i tecnici che montano i palchi, gli addetti alle luci, i musicisti che non hanno avuto la fortuna di essersi sistemati del tutto ecc. Vedere colleghi del mio livello che piagnucolano mi pare fuori luogo”.
Un appello di certo diverso da quello che era la proposta di Fedez, ovvero la destinazione degli anticipi ricevuti dagli artisti per le date annullate a un fondo comune dal quale attingere per dare supporto agli operatori dello spettacolo. Emis Killa è di tutt’altro avviso: secondo il rapper di 17 i colleghi di una certa fama – che egli indica con “del mio livello” – dovrebbero smettere di lamentarsi.
Lo Stato piuttosto, sostiene Emis, dovrebbe correre in soccorso su tutti coloro che vivono fisicamente gli eventi, che li garantiscono con il loro sforzo fisico e con il loro tempo, e che molto spesso sono invisibili. Come loro gli artisti emergenti, che non hanno ancora gli strumenti per tutelarsi e che quindi si trovano ancora nel pieno del loro percorso verso l’indipendenza. I fan del rapper gli consigliano di unirsi a Fedez per il motivo di cui sopra.
Lo sfogo di Emis Killa sul Covid non è equivocabile: il rapper non critica la protesta, bensì si rivolge ai colleghi più famosi invitandoli a non piagnucolare per non apparire fuori luogo.