La riflessione di Lodo Guenzi sul Dpcm del 25 ottobre raggiunge i social tra favorevoli e contrari. Il premier Conte presenta le linee guida del nuovo Dpcm, in vigore fino al 24 novembre, e il leader de Lo Stato Sociale apertamene espone il suo punto di vista, come è solito fare.
Stavolta le perplessità di Lodo Guenzi sul Dpcm danno voce ad una serie di categorie che notano diverse incongruenze nelle misure attuate dal Governo, al di là dello schieramento politico.
“Io non sarei capace di governare neanche un condominio, ma una cosa mi pare chiara. O se ne esce insieme o ci si scanna”, scrive Lodo Guenzi sui social. Poi si interroga sul mondo prima e dopo le ore 18.00; sulla chiusura dei bar e dei ristoranti e sull’affollamento senza regole dei mezzi pubblici, sul proseguimento di trasmissioni televisive come il Grande Fratello e sulla chiusura di teatri e club.
Lodo Guenzi fa inoltre notare quanto si punti a punire i “giovani col gin tonic” e non si gestiscano gli assembramenti dei 60enni in metropolitana. Lodo punta il dito contro l’attuale gestione dell’emergenza economica anche per quanto riguarda i sussidi: l’accusa è quella di non sostenere economicamente chi è costretto a chiudere.
Parla di un “modello in cui spacchi la società in buoni e cattivi oltre ogni possibile motivo logico, un sistema che fa sbroccare la gente”.
“Un modello in cui chi lavora dopo le 18 è massacrato e chi stacca alle 18 è salvo, in cui i bar non vanno bene e i mezzi pieni sì, in cui la media impresa è in fallimento e le multinazionali lavorano come prima, in cui va bene il grande fratello ma chiudono teatri e club, in cui criminalizzi gli assembramenti dei ventenni col gin tonic e non gestisci quello dei sessantenni con il biglietto della metro in tasca, in cui non sostieni economicamente quelli che fai chiudere togliendo soldi a chi ne ha di più, in cui spacchi la società in buoni e cattivi oltre ogni possibile motivo logico, è un sistema che fa sbroccare la gente”.
“E su quella rabbia, da molti anni, sanno costruire consenso le destre e le mafie. O si socializzano i disagi e le risorse, oppure non so davvero cosa temere“, conclude. A questa riflessione fa seguito un altro post sui reali ed effettivi contagi nei teatri e nei luoghi di concerti: 1 su 350.000 spettatori in 4 mesi.