Non servono tante parole. Non oggi. Oggi non serve nulla, non è necessario nulla.
È arrivato un nuovo decreto, i famosi DPCM. Sancisce che teatri, cinema, sale da concerto, luoghi di ricreazione, centri culturali, tutti debbano chiudere a partire dal 26 di ottobre fino al 24 novembre. Sono norme di urgenza dovute al propagarsi esponenziale del Covid19.
Nelle ore precedenti ministri e politici vari hanno evocato la chiusura di ciò che non è necessario.
Il mondo della cultura, dello spettacolo, dell’intrattenimento, in parte anche quello dell’istruzione, se si pensa a come per le scuole non si sia fatto altro che dire di aprire, contando sui banchi a rotelle, nulla si è fatto. Anzi, si è proprio deciso di abbandonarlo, perché, appunto, non era necessario.
Non serve. Non è utile. Se ne può fare a meno. Non è stato detto, ma è evidente che gli amici artisti che ci fanno divertire e emozionare non rientrano nell’immaginario di Conte e del suo direttivo.
Qualcuno dirà, e qui dramma si unisce a dramma, che in questi momenti non è certo la cultura o lo spettacolo a essere centrale, sancendo di fatto che cultura e spettacolo, intrattenimento, istruzione, non fanno parte delle priorità della nostra nazione, e che nella percezione comune non rientrano neanche nei comparti economici, non implicano lavoro e lavoratori.
Bene. Anzi, male, malissimo.
È giunto il momento di far sentire questo silenzio che, evidentemente, non si è fatto sentire fin qui.
Certo, si è detto che non si doveva lasciare indietro nessuno, ma di fatto è da marzo che il mondo di cui sopra è praticamente fermo, anche per scelta di chi è abbastanza grande da poter sopravvivere, vedi alla voce AssoMusica e major dello spettacolo.
Gli artisti, specie i BIG, hanno fatto da amplificatore a quel malcontento, non si sa poi nei fatti quanto andando a mettere mano al proprio portafoglio per sostenere chi aveva bisogno, dando seguito a quell’antica usanza che vuole gli artisti sempre pronti a sostenere chi si trova nel bisogno.
In tal senso, per dire, Elisa è stata una rarissima eccezione e per questo le faccio i miei più sinceri complimenti, brava! Fedez ha proposto di farlo a tutti i BIG, dicendo che lo farà. Bene anche lui. Non ho visto seguito al suo appello. Male. Molto male. Gli artisti sono sempre stati solidali tra loro. Dovrebbero esserlo tanto più oggi, specie nei confronti dei più deboli, delle maestranze.
Gli artisti si sono fatti anche amplificatori del governo, quando hanno chiesto a gran voce di seguire le indicazioni sanitarie, ultimi in ordine di tempo Fedez e sua moglie, anche se nel loro caso ha più colpito l’essere così scrupolosamente attento a dire che il tutto partiva da una telefonata di Conte, Conte che aveva già chiamato tanti altri. Nessuno, però, che a quelle telefonate abbia risposto che no, non si poteva dar seguito a quanto richiesto proprio perché non necessari. Perché o lo si è sempre o non lo si è mai, credo.
Ho visto appelli di varia natura. Ma tutti inefficaci. Molto egoriferiti. Sicuramente troppo fuori dal mondo.
Ora credo sia giunto il momento di fermarsi. Davvero. Tutti.
Basta andare ospiti nei programmi radio, tv. Basta farli quei programmi, penso ai giudici dei talent, ma anche ai tanti programmi previsti nei palinsesti delle tv generaliste nelle prossime settimane. Basta andare in radio. Basta cantare le proprie canzoni. Basta stare sui social. Interagire con la gente. È vero che la musica è sostegno nei momenti difficili.
È vero che è di grande aiuto. Quando a marzo già dicevo di smetterla di suonare gratis sui social sono stato attaccato. Mi è stato detto che senza musica muore anche la speranza.
Speranza è morta.
O si fa capire la necessità dell’arte, o è davvero finito tutto, il DPCM è una lapide.
Lo stesso dovrebbero fare attori, artisti vari.
Tutti zitti.
Tutti fuori da tutto.
Magari lo potrebbero fare anche tecnici, addetti ai lavori, tutti.
Spegnete le telecamere. Non date suono ai microfoni, le radio si ammutoliscano.
Il silenzio si faccia pesante.
Minaccioso, pure.
Non siete necessari.
Non servite a un cazzo.
Scomparite.
Che al prossimo lock down sui balconi cantino il silenzio di John Cage. Tacete o presto il silenzio sarà quello delle campane a morto, quelle del vostro funerale.
Secondo voi questi rinunciano ad avere un cache ricco per solidarieta’? Ma dai…………….