Ellen Pompeo continua ad usare le sue piattaforme social per affrontare temi importanti come i diritti civili, l’inclusione sociale e le pari opportunità professionali per le donne e le minoranze etniche. Usando la popolarità conquistata col ruolo di Meredith Grey in Grey’s Anatomy, negli ultimi tempi è molto concentrata oltre che sulla battaglia del movimento Black Lives Matter sulla promozione di un discorso intorno al sistema sanitario americano, in particolare con un focus sulla mancanza di persone di colore in ruoli apicali negli ospedali, nelle cliniche e nelle strutture che operano nell’ambito della sanità.
Ne ha parlato in una diretta Instagram ospitando sul proprio profilo la dottoressa Nisha Mehta e le infermiere Monique Doughty e Sheena Williams, discutendo con loro di quanto siano risibili i numeri degli impiegati – e soprattutto delle impiegate – di colore negli ospedali e nelle strutture sanitarie, in particolare in posizioni amministrative, dirigenziali e nei consigli di amministrazione.
Ellen Pompeo ha paragonato il discorso delle dottoresse alla mancanza di inclusione a Hollywood, sostenendo che anche il settore dello showbusiness soffra della stessa carenza di inclusività. Il loro discorso si è poi spostato sull’importanza di avere più donne in ruoli di potere, ma anche su quanto sia cruciale la necessità di cambiare la prospettiva dalla quale si giudica il lavoro femminile.
Le infermiere in collegamento con Ellen Pompeo hanno affermato di aver spesso ricevuto più solidarietà dai colleghi uomini che dalle donne quando si è trattato di conciliare le esigenze professionali con l’allattamento dei figli o la cura della famiglia. Inoltre, hanno sottolineato come molte donne facciano pesare ad altre il fatto di non riuscire a fare tutto, come se la capacità di una donna di gestire agilmente tutti gli aspetti della propria vita implichi necessariamente che tutte le altre debbano saperlo fare allo stesso modo. Ellen Pompeo ha dichiarato di aver affrontato lo stesso problema nei primi anni di Grey’s Anatomy, quando i ritmi di lavoro erano massacranti e la solidarietà delle colleghe non era particolarmente spiccata.
Quando abbiamo iniziato a lavorare direi che facevo 100 ore settimanali. Nessuno ha mai lavorato così pesantemente come me nei primi 4 anni di questo spettacolo. Tutti gli altri si sono bruciati, mentre io sono ancora qui, quindi potrei dire che siccome ce l’ho fatta io tutti avrebbero dovuto farcela, ma non è questo il modo giusto di ragionare. In realtà ho riscontrato anche una scarsa compassione da parte di diverse donne.
Non è la prima volta che Ellen Pompeo parla dei primi anni sul set di Grey’s Anatomy come di un’esperienza problematica: in passato aveva parlato anche di un “clima tossico” nel primo decennio di lavoro per la serie, prima di precisare che le sue dichiarazioni non si riferivano alla presenza della co-star Patrick Dempsey (rimasto nel medical drama, appunto, per dieci anni). L’attrice ha poi visto migliorare notevolmente le sue condizioni di lavoro, sia economicamente (il suo contratto vale circa 20 milioni a stagione) che in termini di presenza in scena (notevolmente ridotta nelle ultime stagioni a favore di altri personaggi).
Rimasta nella serie soprattutto per motivi economici, come ha più spesso dichiarato, Ellen Pompeo è anche certa di essere ormai vicina alla conclusione di Grey’s Anatomy, alla quale ritiene di aver “dato tutto e anche di più“.
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