“Comunque una baldracca infame puttana indegna carabiniera a cavallo
vedi di sparire e di non farti vedere neanche in foto perché dove cazzo sei
ti giuro ma non mi interessa un cazzo m’hai preso l’odio che metti ti sputo in faccia
E’ tutta un’illusione queste donne non son magiche, troie
se fingono un orgasmo sanno anche finger di piangere
non fare la sadica se poi hai la fica fragile
non crederti importante stronza sborrare è facile
ho perso lacrime che potevo usare per altro
però so che pure tu vuoi morire scopando
morire d’infarto sul suo culo un grammo
fai la stronza in pubblico perché sai che non ti darò uno schiaffo
sembra una trappola quella tua pussy bagnata
e io sono una preda facile in tarda serata
e in fondo tu davvero non sei mai cambiata
questa cosa che sei troia non l’hai mai accettata
io che ragiono con il cazzo sarà per l’età
tu invece ci metti il cuore soltanto in chat
quando mi faccio una sega penso ancora a te
perché una puttana così non si dimentica
Prima mi succhi il cazzo poi mi spezzi il cuore
vuoi che ti chiamo troia o che ti chiamo amore
hai tolto l’emozione prima dei vestiti
è nata da una scopata questa relazione
sei solo una puttana senza pappone
Io ti ho amato solo quando tu mi hai dato il culo
perché sapevo che ero il primo a entrare in quel buco
e io mi sento proprio come il mio cazzo ti giuro
nel senso che in stò posto sono stretto al buio
lei fa la stronza però Silent conta fino a sei
con il senno di poi quel pugno mò te lo darei
dici che tu fai certe cose solo col Bombay
ma se diventi una puttana è perché un po’ lo sei
quando vengo a trovarti vengo e me ne vado
un gentiluomo in fondo non lo son mai stato
volevi vedermi a pezzi infatti mi hai lasciato
ma mi mancheranno i tuoi bocchini più di tutto quanto
forse è meglio che noi due scopiamo e basta
perché se provi ad abbracciarmi mi viene la nausea
scusa se ho perso il controllo non farmi causa
prendiamoci a schiaffi senza prenderci una pausa”
Pensavo di dover ricostruire questo testo – si tratta del brano “Zitta” dei trapper Silent Bob e Sick Budd – ascoltandolo su You Tube e trascrivendolo parola per parola, giacchè mai avrei immaginato di trovarlo già accessibile nella sua forma “letteraria”. Solo per scrupolo ho provato a navigare in rete, scoprendo che il testo è invece riportato ovunque, a disposizione di tutti.
Ho scoperto successivamente che la figlia di dieci anni di un mio amico era arrivata anch’essa al testo, che ci cantava sopra il brano, che aveva involontariamente vissuto la sua prima lezione di “educazione sessuale” grazie a questo. C’è da chiedersi quali impressioni avrà ricevuto da questa rappresentazione della sessualità, quali “input” sulla propria personalità in erba, quali istruzioni sul modo di relazionarsi con l’altro sesso, sulla natura femminile, sulla metafora della donna come Carabiniera a cavallo. Con triste ironia potremmo chiederci chi – se non ci fosse stato in rete il brano musicale “Zitta” – avrebbe insegnato a questa bambina che il culo va porto anche come vassoio per qualche grammo da tirare, e che è normale farsi sputare in faccia da un uomo, restare furbescamente in mezzo alla gente per non farsi schiaffeggiare da lui, che è importante scoprire dentro di sé di essere troia e accettarlo, perché, pappone o non pappone, si è spesso,comunque, puttane.
Non si sa bene con quali immagini e con quali suggestioni la figlia di questo mio amico ha imparato la canzone a memoria e l’ha cantata al papà, credendo che il tutto ricadesse in una sorta di normalità.
Questo padre, giustamente allarmato, ha scritto una lettera a Red Ronnie, che non mancherà – come in tante altre occasioni – di portare alla luce questo caso. Il problema, però, va molto al di là del singolo episodio, è il segno di una mancanza di controllo inaccettabile. Come Red non so rassegnarmi a tutto questo, e – a differenza di quanto i due trapper vorrebbero suggerire con la loro canzone – non so restare “zitta”.
Non si tratta di affrontare la spinosa questione di cosa sia arte e cosa non lo sia ma di insistere su poche semplici domande:
Perché c’è libero accesso anche per i bambini e le bambine a questi contenuti?
Perché si ha paura di usare la parola censura, quando ogni forma di convivenza civile presuppone di censurare determinati comportamenti, e le stesse leggi dello Stato esistono per imporre restrizioni nei confronti di comportamenti che possono essere devianti e dannosi per la collettività?
Perché nessuna forza politica evidenzia e cerca soluzioni per il problema?
Perché si impegnano miliardi per gestire il distanziamento dei bambini a scuola e neanche un euro per tenerli lontani da questi contenuti accessibili facilmente sul web?
Si accettano altre domande.
Dopo Skioffi e Junior Calli, questi.
Bisogna cambiare metodo.
Rimango allibita. Schifata. Inorridita. Chi produce questi orripilanti pezzi?
Come si può permettere che una sequela di offese, di volgarità, di schifezze rivolte alla donna, vengano gettate e fatte circolare liberamente tra i giovani e giovanissimi?
Non esiste un garante?
E solo la voce di Grazia Di Michele che possiamo ascoltare?
Trovo gravissimo tutto ..
Ancora una volta e non sarà l’ultima navighiamo in un mare torbido e nauseabondo.
Questa non è MUSICA.
È disturbo mentale.
Avvallato e reso pubblico.
Da chi?
zitta