Vasco Rossi ricorda Punto Radio: 45 anni fa iniziava la trasmissione. Era il 21 settembre del 1975. Vasco Rossi ne sottolinea il successo attraverso una serie di scatti sui social. Ricorda la gente che voleva conoscere Punto Radio e parlare con coloro che si dedicavano alle trasmissioni. Ricorda che ha dovuto dare il suo numero di casa e a rispondere c’era sua mamma.
“Tutto all’oscuro di mio padre, naturalmente, che però siccome faceva il camionista era quasi sempre via”, scrive. Il suo paese Natale, invece, Zocca, faceva fatica a concepirne il movimento e l’intenzione di quel gruppo di trasmettere via radio. A proposito dei suoi concittadini, il Blasco ripensa a quando veniva fermato per strada tra l’incredulità generale. Era inconcepibile a Zocca il pensiero che un gruppo di concittadini potesse fare radio, non costruirla materialmente ma trasmettere, parlare in una nuova emittente radiofonica.
“Invece in paese, a Zocca, che è dove sono nato io e tutti gli altri, vedevano sì il gran movimento, ma non riuscivano a capirlo esattamente. Ci chiedevano: “Ma che cos’è che state facendo?”. E noi: “Stiamo facendo una radio”. E loro: “Come una radio?” – perché molti pensavano che stessimo costruendo un apparecchio, e gli sembrava strano: “Tutta ‘sta gente qua per far su una radio?”. E noi: “Ma no, una radio per far ascoltare quello che diciamo nella radio”. E allora loro ci dicevano “Ma va a cagare!”. Ci prendevano per matti, non capivano come potessimo trasmettere, noi, dentro una radio”.
“Non ce n’era mica in quel momento là. Solo una, ma su a Milano, e poi la Rai”, sottolinea Vasco Rossi. “Dopo, sei mesi dopo, hanno cominciato a venir fuori le altre”.
Poi il cantante racconta in modo succinto un po’ di storia della radio: a quei tempi non si chiamano “radio libere” ma “pirata” e nell’estate del ’76 i Carabinieri di Zocca misero i sigilli a Punto Radio, impedendo la trasmissione.
In quanto amministratore, Vasco venne denunciato all’Escopost.
“Finisce tutto al pretore di Vignola, che per fortuna era una persona illuminata e dopo due settimane dissequestra tutto. Poi arriva da Genova l’avvocato Porta, che si era già occupato di queste cose qua, e mi dice: guardi signor Vasco, la difendo io, e la difendo gratis perché voglio portare avanti una battaglia di libertà. Sosteneva che il monopolio Rai non era costituzionale. Perfetto dico io, perché altrimenti non avrei saputo neanche da che parte voltarmi. Fu la mia prima volta in tribunale (poi dopo ce ne sono state anche delle altre) e alla fine vengo assolto con formula piena: il monopolio della Rai era anticostituzionale“.
Quella sentenza ha reso libere tutte le radio d’Italia.
radio stella così che ne è nata una.ciao vasco
Ciao Vasco, inutile che tu possa ricordare. Io sono quello che tu salutavi per radio dicendo a Roberto e tutti quelli della ceramica Piemme. Tu allora eri con Bicocchi il figlio dello scarpolino di cui io passavo per incassare, lui diceva impossibile trovarlo le semper con cal disgrazie di Vasco. Quando ti trovavo dal elettrauto a Montale, oppure nella tua discoteca mi dicevi ades ti dag.
Ciao fenomeno.