Quando parliamo dei grandi successi di Fausto Leali ci stiamo riferendo al soulman italiano per eccellenza. Quando un artista si rivela un innovatore significa che a lui devono molto tanti colleghi, tante generazioni che lo hanno seguito e che lo seguiranno, ma anche un certo numero di suoi contemporanei.
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I successi di Fausto Leali
La sua voce, in primo luogo, ha rivoluzionato il modo di cantare della canzone italiana. Se nel primo dopoguerra il Belpaese si è beato degli urlatori, Leali ha donato alla musica leggera quell’apporto soul che mancava.
Tutti conosciamo A Chi (cover di Hurt di Roy Hamilton), con quelle note iniziali che somigliano a un urlo e che nel 1967 colsero il pubblico di sorpresa. Prima di allora faceva parte dei Novelty con i quali aveva inciso anche due cover dei Beatles dopo aver tentato un primo approccio solista, nel 1961, sotto le mentite spoglie di Fausto Denis.
Fausto Leali a Sanremo
Al Festival di Sanremo 1968 arrivò al 4° posto con Deborah. Era l’anno dell’album Il Negro Bianco, un titolo destinato a diventare un appellativo per la stampa e per la critica: l’ossimoro giustificava quell’anima soul racchiusa nel corpo di un occidentale. Fausto Leali è ancora oggi la voce inconfondibile di Io Amo, al quarto posto a Sanremo nel 1987 e di Ti Lascerò, che in duetto con Anna Oxa si classificò terza al Festival del 1989.
A lui dobbiamo Mi Manchi, che diventò un tormentone grazie a una popolare pubblicità, ma soprattutto gli dobbiamo quelle canzoni d’amore piene di passione che ancora oggi non si arresta: soul significa “anima”, e l’anima della voce di Nuvolento è talmente presente che la si può toccare.
I successi di Fausto Leali fanno parte della cultura popolare, della memoria collettiva tanto da collocarsi al di là della musica leggera italiana e di ogni convenzione: è il potere di ogni innovatore.