Non se la passa affatto bene Waze, il celebre software di navigazione acquisito da Google nel 2013. L’emergenza sanitaria da Coronavirus ha ridotto in ginocchio la piattaforma, che già ormai da mesi non dava i risultati sperati. Il lockdown ha dato a Waze il colpo di grazia, procurandogli danni non indifferenti che non si sono alleviati nemmeno con la ripresa delle attività post-quarantena. Del resto, gli spostamenti rispetto al periodo pre-Coronavirus ad oggi si presentano assai ridotti: molti lavoratori, infatti, svolgono le proprie mansioni in smart-working, e quindi in remoto dalla propria abitazione.
Come riportato da ‘theverge.com‘, il 5% dei dipendenti al servizio di Waze dovrà trovare un’altra occupazione: la società si impegnerà a dare loro una mano, trovandogli una collocazione anche all’interno della stessa Google se dovesse essere necessario. Considerato il difficile momento che si sta vivendo, l’azienda attiverà degli ammortizzatori sociali che permetteranno ai licenziati di avvalersi di un’assicurazione sanitaria per buona parte del prossimo anno ed una copertura economica abbastanza cospicua da fare fronte alla situazione.
Quello che è costato caro a Waze è il decremento del traffico, che ha fatto crollare il numero di utenti attivo ogni mese, e di conseguenza dei km dagli stessi percorsi. Si pensi che nel corso del lockdown si è registrato il 60% di km in meno in tutto il mondo in rapporto alla media giornaliera (l’Italia ha restituito i dati più negativi in assoluto: nel nostro Paese gli spostamenti sono crollati di oltre il 90%). Si procederà alla chiusura degli uffici localizzati nell’Asia-Pacifico ed in America del Sud, anche se in futuro ci saranno nuove assunzioni ed altri investimenti in bagagli tecnici per rifocalizzare le vendite e le attività di marketing a ridosso di un numero esiguo dei Paesi contraddistinti da un più alto valore commerciale.
Peccato, ottimo waze…