Appresa la notizia della morte dello storico dell’arte e divulgatore, Morgan ricorda Philippe Daverio sui social e dedica all’amico un pensiero accompagnato da un aneddoto. Marco Castoldi lo descrive come uno degli esempi più elevati della cultura italiana e pubblica una foto che lo ritrae insieme al grande assente.
Philippe Daverio si è spento nella notte del 2 settembre all’Istituto dei Tumori di Milano, e proprio a nome della città meneghina Morgan ricorda il divulgatore, politico ed esperto d’arte senza tralasciare l’orgoglio per averlo conosciuto e la forza che con la sua opera ha dato lustro alla cultura italiana.
Di seguito le parole con le quali Morgan ricorda Philippe Daverio:
“È morto Philippe Daverio, il professore, l’uomo di lettere e di divulgazione. Poco tempo dopo Giorello se ne va un altro pilastro della cultura italiana. Con lui condividevo la passione per i papillon che lui chiamava rigorosamente cravatta, perché aveva una precisione lessicale sbalorditiva. La cravatta non è quella cosa lunga che hanno tutti, la cravatta è una cosa da annodare che ha una forma di farfalla e oggi non sa più fare nessuno perché le vendono già annodate e le chiamano farfallino. Negli ultimi tempi ci scambiavamo le cravatte, così appagavamo la nostra vanità come bambini, ma una volta fatto il nodo allora si parlava seriamente e temo che sarà dura trovare un amico di pari livello perché Philippe aveva collezionato la cultura in modo anticonvenzionale proprio come la cravatta, e si era trovato ad essere uno scrigno di etimologie e di svelamenti. Milano e l’Italia ti ricorderanno con nostalgia ed orgoglio, professore”.
Di lui ricorda la condivisione per la passione per le cravatte e i papillon, che Daverio descriveva come cravatte annodate come una farfalla. Nella foto che li ritrae insieme, infatti, Morgan e Philippe indossano un papillon. Il cantautore, voce dei Bluvertigo e compositore nonché divulgatore musicale, ammirava la natura anticonvenzionale di Daverio, una peculiarità che riconosciamo anche allo stesso Morgan.
La sua dedica suona elegantemente come un panegirico di un artista nei confronti di un suo collega: Morgan ne esalta le passioni, le doti e la dialettica tanto da definirlo una continua scoperta etimologica e una continua rivelazione di cultura e arte.
Quando Castoldi si esprime sui grandi scomparsi, lo sappiamo, sa trovare le parole che meglio li descrivono: lo aveva fatto con Ennio Morricone e oggi, nel ricordo per Philippe Daverio, cita anche Giulio Giorello, scomparso il 15 giugno di questo annus horribilis per via del Coronavirus.
Oggi Morgan ricorda Philippe Daverio e racconta al suo pubblico l’uomo oltre il cultore, l’appassionato di cravatte e il suo pensiero, ma soprattutto un amico che definisce difficile da trovare e che oggi chiama “professore” considerandolo un pilastro della cultura italiana nonché “uomo di lettere”.