Con il ritorno a pieno regime del lavoro previsto per le prossime settimane preoccupa la situazione legata a lavoratori fragili e la scuola a settembre. L’incremento dell’ultimo periodo del numero di contagi di coronavirus preoccupa per il ritorno a una pseudo normalità. E a rischiare di pagarne le conseguenze sono proprio questi due ambiti.
Occorre quindi operare per garantire la giusta tutela sia ai lavoratori fragili che la riapertura dell’ambito scuola a settembre. E sotto questi punti di vista non si può certo negare l’impegno profuso dai principali attori del governo. Tra banchi monoposto, distanziamento e disposizioni personali in fase di definizione, il rischio di una nuova teledidattica parrebbe essere uno spettro in allontanamento. A patto che però ognuno faccia la sua parte per evitare di cadere in una pericolossisima fase due di lockdown.
Lavoratori fragili e ritorno a scuola a settembre, la linea della prudenza
Andiamo però ad analizzare a chi si fa riferimento parlando di lavoratori fragili in vista della scuola a settembre. Questa categoria di persone non ha una sua specifica connotazione anagrafica. È ovvio che, con l’avanzare dell’età il rischio di esposizione al Covid potrebbe portare a complicanze maggiori. Ancor di più in caso di patologie pregresse, in particolar modo quelle di tipo cardiocircolatorio, respiratorio oppure oncologico.
Stando alle disposizioni ministeriali, quelli fragili sono i “lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, anche da patologia COVID-19, o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da morbilità che possono caratterizzare una maggiore rischiosità”.
In sostanza, è una combo di fattori quella che incrementa l’allerta nei confronti di questi specifici operatori scolastici, siano essi collaboratori o docenti. Esiste una sorveglianza sanitaria eccezionale, attivabile su richiesta da parte del lavoratore stesso. Ed è richiedbile al medico competente nominato per la sorveglianza sanitaria, o mediante ricorso ai servizi territoriali dell’Inail, che a loro volta coinvolgeranno i propri medici del lavoro.
Una tutela necessaria per consentire a tutti di tornare a dare il proprio contributo alla ripresa delle attività nel maggior clima di sicurezza possibile.