Quando Revolver dei Beatles comparve tra gli scaffali degli stores europei e del mondo lo stato di cose dei Fab Four stava cambiando. Il 5 agosto 1966, in effetti, erano passati otto mesi dalla pubblicazione del precedente Rubber Soul e solamente qualche settimana più tardi i Beatles avrebbero detto addio per sempre all’esperienza live con l’ultima data al Candlestick Park di San Francisco.
Stressati dal ritmo incessante dei concerti, i Beatles sentivano il forte bisogno di allargare la dimensione creativa e per questo, nei primi 3 mesi del 1966, i singoli elementi cercarono nuove suggestioni necessarie alla loro musica.
Erano gli anni della psichedelia e dell’LSD declinato come benzina contro il blocco artistico: in un mondo fatto di colori e viaggi astrali Revolver dei Beatles arrivò come un qualcosa che nei dischi precedenti non si era mai sentito. I Fab Four erano affiatati e complici: avevano a cuore l’attualità ma anche la trascendenza, e se da una parte vollero scimmiottare il fisco in Taxman dall’altra volevano guardare all’Altrove con Tommorrow Never Knows.
- Audio CD – Audiobook
- 09/09/2009 (Publication Date) - Universal Music (Publisher)
Nessuno, prima di allora, aveva sentito qualcosa del genere. Revolver era fascinazione e mistero, elevazione dello spirito e amore. Il britpop di Taxman si apriva negli archi barocchi di Eleanor Rigby, e il disco fu in grado di offrire anche ballad di rara bellezza come Here, There And Everywhere e danze ancestrali come Love You To in cui il sitar garantiva lo stadio successivo della vita mortale.
Tomorrow Never Knows era il vero e proprio caso del disco. Nastri rovesciati, mellotron granitici ed effetti applicati sulla voce di John Lennon crearono un ibrido che oggi ricorda lo stile dei Chemical Brothers. Revolver dei Beatles si chiudeva con il più riuscito esperimento sonoro dei Fab Four, capaci di tirare fuori il meglio dagli apparecchi primitivi degli Abbey Road Studios.