È il compleanno di Louis Armstrong e il numero è da capogiro: 119 anni ci separano dalla sua nascita, in quel 4 agosto 1901, quando il futuro Satchmo venne al mondo per divertire, commuovere e insegnare il jazz.
La sua America era quella di New Orleans, sognante e verace, che egli stesso raccontò nel capolavoro What A Wonderful World, scritta per lui da Bob Thiele e George David Weiss e che ancora oggi è uno dei più poetici inni alla vita e alla bellezza del mondo.
Lo ricordiamo con affetto e simpatia, oggi, e ritorniamo a quel 1968 in cui Louis Armstrong partecipò al Festival di Sanremo con il brano Mi Va Di Cantare, ma a quanto pare nessuno gli aveva spiegato che quella fosse una gara e non un concerto.
Secondo la teoria più accreditata l’equivoco nacque per il cachet corrisposto al trombettista: 32 milioni di lire, che Sathcmo trovò eccessive per suonare una sola canzone. Sul palco, quindi, Armstrong iniziò una jam session destinata a durare 45 minuti.
Gianni Ravera, patron del Festival, si accorse che dopo l’esecuzione di Mi Va Di Cantare Louis Armstrong non smetteva di suonare. Satchmo, infatti, invitò l’orchestra a continuare e improvvisò sulle note di When The Saints Go Marchin’ In. Ravera fu categorico con il conduttore Pippo Baudo: “Questo non esce! Vai su e fallo smettere!”, e Baudo salì sul palco sventolando un fazzoletto bianco.
Lo afferrò per un braccio e lo accompagnò nel backstage in un clima di totale imbarazzo. Ancora oggi, infatti, Pippo Baudo ammette di vergognarsi per quell’episodio.
Il compleanno di Louis Armstrong è la festa della nascita di un simbolo del jazz: il suo stile ha influenzato le generazioni che lo hanno seguito e la sua voce, roca e profonda, ha creato un canone dal quale attingono tanti artisti che scelgono il jazz.
Fantastico che Adoro ascoltare
Fantastico lo adoro