A partire dal 14 settembre 2020 il servizio Pay for Me di TIM sarà definitivamente mandato in pensione, probabilmente perché ormai poco utilizzato viste le sempre più incessanti offerte all-inclusive (si possono contare gli utenti che ancora oggi si avvalgono dei piani a consumo per la propria SIM). Come riportato da ‘mondomobileweb.com‘ lo ha annunciato lo stesso gestore blu, a dimostrazione del fatto che non è soltanto una voce, ma la triste realtà. Il servizio Pay for Me di TIM fu lanciato nel 2002, quando il provider decise di lanciare la proposta dell’addebito al destinatario della chiamata, a prescindere se ci si mettesse in contatto con numeri fissi o mobili.
L’opzione prevedeva di anteporre nella digitazione del numero dell’utente chiamata il prefisso ‘4088‘ (stringa valida se la telefonata partiva dall’Italia da fisso o cellulare TIM o Wind, oppure anche dall’estero da cellulari TIM e Wind in roaming internazionale) oppure ‘*111*‘ (da cellulari Vodafone), sperando poi che la telefonata venisse accettata (lo si faceva per lo più quando il chiamante era a corto di credito residuo). Ultimamente il servizio Pay for Me di TIM permetteva di chiamare un numero fisso o mobile di TIM dal nostro Paese (da linea fissa e da mobile TIM, Wind o Vodafone), ed anche dall’estero (da mobile TIM o Wind).
Voi tutti ricorderete che il destinatario, prima dell’aggancio della chiamata, veniva giustamente avvisato dell’addebito a suo carico attraverso un messaggio dedicato, così da decidere se accettare o rifiutare la chiamata. Forse non sarete in tanti, ma per qualcuno di voi la cessazione del servizio Pay for Me di TIM potrebbe rappresentare una grave perdita, soprattutto in situazioni di emergenza (può ancora capitare di aver finito il credito residuo, di non avere promozioni attive e di ritrovarsi in contesti in cui c’è bisogno di parlare con qualcuno, soprattutto tra le persone più avanti con gli anni).