Davide Rossi accusato di omissione di soccorso, il figlio di Vasco risponde: “Ci siamo fermati”

"Ci siamo fermati, siamo scesi dalla macchina e abbiamo chiesto alle ragazze nell’altra auto se fosse tutto a posto e loro ci hanno risposto di sì", dichiara Davide Rossi a proposito di quella notte del 2016

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Davide Rossi accusato di omissione di soccorso: il figlio di Vasco Rossi era rimasto coinvolto in un incidente stradale nel 2016 e ora è chiamato a rispondere dell’accusa di omissione di soccorso.

Davide Rossi sostiene di essersi fermato per sincerarsi che non fossero necessari interventi sanitari.

“Ci siamo fermati, siamo scesi dalla macchina e abbiamo chiesto alle ragazze nell’altra auto se fosse tutto a posto e loro ci hanno risposto di sì, dichiara davanti al giudice del processo che lo vede imputato per lesioni personali gravi e omissione di soccorso stradale.

L’incidente si verificò nel quartiere Balduina di Roma nel mese di settembre del 2016. Davide Rossi era a bordo dell’auto con un suo amico al volante e una ragazza. 

Ho detto al mio amico di fare la costatazione amichevole e me ne sono andato con la ragazza perché era molto scossa dall’incidente, sapendo che stavano facendo il cid ero tranquillo”, ha spiegato Davide Rossi.

“Non navigo nell’oro e non ho un lavoro stabile; i giornali hanno scritto cose allucinanti su di me ma mi prendo pregi e difetti di essere figlio di Vasco”, ha concluso Davide.

L’amico di Davide Rossi alla guida dell’auto è risultato in possesso di una patente scaduta da 4 mesi. A tal proposito, il ragazzo, interrogato ha dichiarato di non essersi reso conto della scadenza del documento di guida:

Non sapevo di avere la patente scaduta da 4 mesi, l’ho scoperto dopo”, sono state le sue parole.

Ma Simone Spadone, 34 anni, è accusato di favoreggiamento: gli inquirenti sospettano che alla guida non ci fosse lui bensì l’amico Dal die Rossi ma l’avvocato Fabrizio Consiglio ha già chiarito questo punto oggetto di un semplice fraintendimento: “La vicenda è nata da un fraintendimento dovuto alla concitazione di quei momenti”. Da parte dell’amico di Rossi dunque, non la volontà di sollevarlo da ogni responsabilità visto il suo essere un personaggio pubblico, ma semplicemente la volontà di assumersi la responsabilità in quanto guidatore quella notte.