A 427 anni dalla sua nascita, Google ricorda Artemisia Gentileschi dedicandole un Doodle. Proprio l’8 luglio del 1593 diede i natali alla pittrice italiana, nata a Roma e subito istruita dal padre Orazio, pittore anche lui, allo stile drammatico sviluppato dal maestro Caravaggio. Artemisia non è solo un’artista straordinaria, ma pure un simbolo cristallino di femminismo: una donna che si era ribellata al suo stupro trascinando il suo aguzzino in tribunale. Non a caso molte delle sue opere restituiscono rappresentazioni di eroine, che non possono che far pensare alla sua stessa vita, macchiata da pregiudizi e violenze.
Quella di Artemisia Gentileschi è una figura decisamente attuale. Vittima di abusi in età adolescenziale – aveva appena 17 anni – da parte del suo maestro d’arte – Agostino Tassi -, lo portò in tribunale appoggiata dal padre. Nonostante l’uomo fosse stato giudicato colpevole, la reputazione della giovane Artemisia era ormai stata compromessa. Da leonessa, ha saputo rialzarsi e imporsi come una delle più grandi artiste del periodo barocco. Conquistando la fama in un campo tipicamente riservato agli uomini, sfruttando quel talento straordinario che le ha fatto pennellare prima della maturità una delle sue opere più celebri, Susanna e i vecchioni (1610), che per molti anni è stata attribuita per errore al padre.
Costretta ad abbandonare Roma e a sposare l’artista fiorentino Pierantonio Stiattesi per via delle maldicenze generate dal processo – in cui venne pure torturata fisicamente, senza mai ritrattare la sua posizione -, la Gentileschi fu la prima donna ammessa all’accademia delle arti del disegno a Firenze. Non stupisce allora che Google abbia dedicato un Doodle ad Artemisia Gentileschi nel giorno che l’ha regalata al mondo, arricchendolo di un talento non comune e di un animo che ha saputo trasformare il dolore in arte sopraffina. Arte mai banale, di quelle che ti colpisce al cuore e che non può che essere celebrata in tutto il mondo.