Sandra Oh rivela la trama di Grey’s Anatomy che gli sceneggiatori “non hanno voluto toccare”

Sandra Oh guarda indietro agli anni di Grey's Anatomy e al suo rapporto con gli sceneggiatori, con una rivelazione sulla terza stagione


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Oggi è la protagonista di Killing Eve, con un ruolo che le ha regalato il Golden Globe, ma Sandra Oh è stata per dieci anni il volto di Cristina Yang in Grey’s Anatomy.

Quell’esperienza così caratterizzante per la sua carriera è stata anche una palestra importante per capire come approcciarsi ad un copione e soprattutto come relazionarsi con chi lo scrive. Oggi guardando indietro a quegli anni, alla luce di un dibattito pubblico che si è evoluto sui temi dell’inclusione etnica e della rappresentazione della razza negli spettacoli televisivi, Sandra Oh sembra rimpiangere che in Grey’s Anatomy non ci sia stato un maggior approfondimento sulle radici del personaggio di Cristina e in generale sul discorso dell’etnia dei protagonisti.

Canadese di origini coreane, Sandra Oh è diventata una delle attrici asiatiche più celebri al mondo in un momento in cui la tv era ancora dominata da personaggi bianchi. Per la sua varietà il cast di Grey’s Anatomy era abbastanza avanti rispetto ai tempi, ma sentendo parlare l’attrice si ha l’impressione che l’elemento multietnico fosse dato per scontato e non trattato in modo sufficientemente profondo, non concepito come un aspetto identitario da scandagliare ma come un dettaglio ritenuto ininfluente in quanto normale, dunque non discriminante.

Sandra Oh ne ha parlato con Kerry Washington (altro volto ShondaLand, protagonista di Scandal) nel format di Variety Actors on Actors, che mette a confronto gli attori senza mediazioni dalle rispettive case. E ha rivelato di aver combattuto molto per incidere sulle sorti del suo personaggio in diversi momenti della serie.

Ho trascorso molto tempo con gli scrittori e la televisione è incentrata sul tuo rapporto con lo scrittore. Quello che sono riuscita ad ottenere è avere una certa responsabilità e un rapporto con gli scrittori tale da essere in grado di imprimergli una direzione. Quando si è trattato di leggere qualcosa che mi sembrava completamente sbagliato, sono andata in punta di piedi a parlarne con Shonda e molti scrittori, il che è stato una sfida. Ma alla fine penso, per l’intero prodotto e per il nostro legame, che se stai combattendo per lo spettacolo, se stai combattendo per il tuo personaggio, la gente se ne accorgerà.

In particolare, Sandra Oh ha ricordato come nella terza stagione, al momento del matrimonio di Cristina con Preston Burke, avesse suggerito di approfondire la trama che coinvolgeva le madri degli sposi, una coreana e una afroamericana, il cui scontro è rimasto perlopiù superficiale e legato solo a questioni come le nozze e il rapporto tra i fidanzati (con la celebre scena della ceretta alle sopracciglia della sposa).

Secondo l’attrice, invece, l’incontro-scontro tra due etnie poteva diventare uno spunto per entrare in modo più nel tema delle relazioni inter-etniche. Suggerimento che non è stato accolto dagli sceneggiatori.

Quando abbiamo fatto Grey, per le prime 10 stagioni almeno non abbiamo parlato di razza. Non siamo entrati nell’argomento, ed era una cosa intenzionale. Ed era la cosa giusta da fare in quel momento. Nella stagione 3, Burke e Cristina si stavano sposando e c’erano le due madri, la madre asiatica e la madre nera, e io ho detto: “Dai, c’è un sacco di storia che possiamo raccontare qui!”. Ma loro non vollero toccare l’argomento, per qualche ragione. Ora il mio interesse principale è includere quel tipo di storia. Quando guardo indietro, perché sono passati sei anni da quando ho lasciato “Grey’s”, sento come uno dei miei più grandi successi personali il fatto di non avervi rinunciato.

Sandra Oh ha ricordato anche quanto sia difficile per un attore dialogare con gli sceneggiatori per presentare le proprie istanze, quando giri tra i 22 e i 24 episodi a stagione. Inevitabilmente su qualcosa bisogna cedere ed è necessario “scegliere i momenti in cui puoi premere sull’acceleratore“. Dal canto suo ha rivelato di aver combattuto “colpo su colpo” in alcune occasioni e di essere stata un’attrice non facile da gestire: “Per questo rispetto molto tutti gli scrittori che hanno lavorato con me“.