Dal 1 luglio 2020 entra in vigore il nuovo limite pagamenti in contanti, che viene ridotto da 3 mila a 2 mila euro. Qualsiasi cessione di denaro superiore ai 2 mila, chiaramente sempre a partire dal primo giorno del prossimo mese, dovrà verificarsi tramite canali tracciabili, come nel caso di bancomat, carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegna bancari e circolari e bonifico.
La misura intrapresa dal Governo è volta ad favorire i pagamenti tramite carte di pagamento, tant’è che i commercianti godranno del credito d’imposta maturato sulle commissioni relative alle transazioni effettuate dai clienti attraverso tali strumenti di pagamento. Lo ha decretato l’art. 22 del decreto-legge n.124 dello scorso anno, che fissa un credito d’imposta del 30% sulle commissioni addebitate circa le transazioni dei clienti con carte di pagamento, il tutto dal 1 luglio 2020 in poi. In ogni caso, limite pagamenti in contanti a parte, precisiamo che potranno avvalersi della misura solo gli esercenti attività di impresa, arte e professioni con profitti nell’anno di imposta antecedente non superiori ai 400 mila euro.
Il vantaggio potrà essere erogato in compensazione attraverso il modello F24 dal mese dopo a quello in cui si registrano le spese effettuate (in pratica da agosto 2020). Quanti emettono le carte di pagamento inoltreranno per via telematica all’Agenzia delle Entrate tutti i dati delle transazioni, in modo da permettegli la verifica della spettanza del vantaggio in questione. Siamo anche noi d’accordo sul nuovo limite imposto per i pagamenti in contanti a partire dal 1 luglio 2020, volto sia ad evitare il rischio di riciclaggio di denaro sporco sia ad incentivare l’utilizzo delle carte di pagamento. Ancora più utile sarebbe andare tutti nella direzione dei pagamenti contactless, che ci sono stati più che mai d’aiuto nel corso di questa emergenza sanitaria da Coronavirus.