77 anni e veramente non sentirli: nel giorno del compleanno di Raffaella Carrà dobbiamo tutti ammettere che quando si parla di lei si parla di quel momento in cui riscrisse la storia della televisione presentandosi in studio con l’ombelico esposto ai riflettori e ai benpensanti.
Ancora oggi la popolare conduttrice, cantante e ballerina ci insegna quanto l’osare sia rivoluzionario, se messo in atto in un contesto blindato in vecchie consuetudini e desuete norme di costume. Di Raffaella Carrà ringraziamo il carisma e il coraggio, ma soprattutto quella solare semplicità con la quale creò il tormentone Tuca Tuca che oggi, nel 2020, citiamo ancora e ritroviamo quando si fa festa.
La sua rivoluzione andò in scena il 9 ottobre 1971, quando insieme a Corrado aprì la nona edizione di Canzonissima. Poco prima un costumista della RAI le aveva consegnato quell’abito che scopriva l’ombelico. Niente di strano, oggettivamente, dal momento che in quegli anni le ragazze uscivano per strada con le minigonne e le pance scoperte, ma niente di ciò era ancora apparso sul piccolo schermo.
La giovane bolognese entrò in scena con l’ombelico scoperto e con quella canzone scritta da Gianni Boncompagni che letteralmente significava Tocca Tocca: il Tuca Tuca consisteva in un balletto con un partner, che in quell’esordio fu Enzo Paolo Turchi. La Carrà e Turchi si toccavano reciprocamente la testa, le spalle, i fianchi e le gambe, ed esplose il caos.
La RAI ritirò il balletto ma fu Alberto Sordi a minacciare di non tornare come ospite se non lo avessero rimesso in scena. L’emittente obbedì e l’Albertone lo ballò in diretta con la diretta interessata.
Intervistata nel 2018, la ballerina prodigio ha raccontato: “Mostrando l’ombelico ho manifestato la mia libertà dalle sovrastrutture“. Nel giorno del compleanno di Raffaella Carrà ricordiamo queste parole: lo scandalo, molto spesso, è negli occhi di guarda ma non osserva.