Le proteste scatenate dalla morte di George Floyd hanno sfidato l’intera società a smettere di osservare il mondo da una prospettiva (bianca) privilegiata. Libri, spettacoli teatrali, film e documentari sono diventati materiale di formazione sullo stato delle disuguaglianze sociali, come anche del razzismo che ancora pervade gli Stati Uniti e il mondo occidentale in genere.
È in quest’ottica che, fra gli altri, è tornato d’attualità American Son, il film Netflix con Kerry Washington in cui una coppia interraziale deve fare i conti con la scomparsa del figlio e le difficoltà di quest’ultimo in una società che lo considera un outsider, se non un vero e proprio pericolo. Per sfruttare la rinnovata attenzione nei confronti del film, Kerry Washington ha dichiarato di voler promuovere alcune iniziative social di sensibilizzazione e raccolta fondi:
Chiedersi che fine abbia fatto il proprio figlio adolescente è il peggior incubo di ogni genitore, soprattutto se c’è un’ulteriore sfumatura, un’ulteriore complessità che ora in tanti iniziano a capire, e cioè quella di essere un genitore nero e sapere che il proprio figlio non sta semplicemente attraversando le difficoltà tipiche dell’adolescenza, ma sistemi di istituzioni razziste che ne mettono a repentaglio la vita. Sento questo film molto vicino al mio cuore, e dato che così tante persone hanno ripreso a guardarlo e a dire “Oh, adesso capisco” oppure “Avrei tantissime altre domande” abbiamo deciso di fare un live tweet.
- Washington, Short, Stanchfield, Lowes, Diaz, Perry, Malina, Young,...
- Audience Rating: G (audience generale)
Lo scambio di tweet in tempo reale si svolgerà giovedì 12 giugno e sarà seguito da un dibattito dal vivo su Instagram con la stessa Kerry Washington e Kimberlé Crenshaw, fondatrice dell’African American Policy Forum e organizzatrice della campagna Say Her Name. Quest’ultima iniziativa è incentrata sulle madri e gli affetti delle donne uccise da agenti di polizia:
Io e Kimberlé parleremo di American Son, di come le persone possano aiutare a risolvere il problema e contribuire a raccogliere fondi per l’AAPF e Say Her Name. Si rifletterà anche sui personaggi del film e su molte donne di cui non è parlato a sufficienza, come Sandra Bland e Breonna Taylor.
Nel promuovere queste iniziative Kerry Washington ha sottolineato l’importanza di dare ai giovani la giusta formazione in materia di razzismo. Se il privilegio bianco permette alle persone di scoprire cosa esso sia, infatti, le famiglie nere non possono permettersi il lusso di ignorare ciò che succede e far finta che non stia accadendo:
Ai ragazzi si parla di razza nel corso del Black History Month o quando si citano personaggi rivoluzionari come Martin Luther King Jr. e Rosa Parks. Credo sia molto importante iniziare a introdurre il concetto di razza con una “storia nera” che parta prima del momento in cui si insegna ciò che alle persone nere era vietato fare. È importante che i giovani imparino che la storia e le persone nere erano molte cose diverse prima della segregazione e di Jim Crow e del movimento per i diritti civili, così da comunicare meglio la splendida complessità e l’eleganza e la ricchezza della storia nera già prima della lotta per la parità dei diritti.
Nonostante tutto, però, Kerry Washington è apparsa consapevole di come lo sguardo al passato non debba far dimenticare le enormi possibilità del presente. Mi riempie di speranza e voglia di fare, ha commentato a proposito del sostegno di così tante persone alle proteste delle ultime settimane. Penso che come nazione, e come mondo in genere, per certi versi, non siamo più disposti ad accettare che i governi seguano strategie che non riflettono i nostri valori.
Per moltissimo tempo alcune persone hanno pensato di poter essere semplici passeggeri su questo treno che chiamiamo democrazia, ma non è così che funziona. La demorazia funziona solo se tutti ci mettiamo la faccia e diamo voce ai nostri valori, sia andando a votare che scendendo in piazza a protestare. […] Da molti punti di vista, che si parli della pandemia del razzismo o di quella da COVID, siamo vivendo una nuova normalità. Non possiamo tornare indietro, da questo momento dobbiamo capire come prenderci cura di noi nel modo migliore possibile.
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