Vasco Rossi su George Floyd: “Follia pura, anche io resto senza fiato”

Vasco Rossi commenta la morte di George Floyd con parole piene di rabbia e dolore. Ecco cosa ha detto

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È delle ultime ore il pensiero di Vasco Rossi su George Floyd, l’afroamericano ucciso a Minneapolis da un poliziotto che con la scusa di effettuare una manovra di contenimento gli ha premuto un ginocchio sul collo togliendogli il respiro.

“I can’t breathe”, una delle ultime frasi pronunciate da Floyd prima di perdere i sensi (“Non riesco a respirare”), è diventato lo slogan di tante manifestazioni contro la violenza razziale della polizia statunitense.

Vasco Rossi, come tanti altri artisti, chiede giustizia per George Floyd in un post pubblicato sui social. L’azione del poliziotto è descritta con parole piene di rabbia: Follia pura, violenza lurida. Resto anche io senza fiato”, scrive Vasco. Il rocker di Zocca aggiunge: “Un omicidio crudele e disumano e sottolinea che la morte dell’afroamericano ha scatenato una rivolta feroce nelle principali città americane.

Le rivolte sono continuate nella notte con un presidio di fronte alla Casa Bianca, e per questo il Pentagono ha chiesto l’impiego delle forze militari. Nelle ultime ore l’autopsia ha decretato che la morte di George Floyd sarebbe stata causata da preesistenti disturbi di ipertensione arteriosa e problemi coronarici, dunque non sarebbe morto per asfissia.

Un risultato che non convince i famigliari di George che si sono rivolti, infatti, al medico legale Michael Baden per richiedere una seconda autopsia dal momento che non riescono a fidarsi di tutto ciò che concerne le analisi condotte dalla polizia di Minneapolis.

“La verità l’abbiamo già vista”, ha riferito il legale Ben Crump: nel video divenuto virale, infatti, si vede l’agente premere il ginocchio sul collo di Floyd per più di 8 minuti.

Per questo è così duro il pensiero di Vasco Rossi su George Floyd: la verità è stata immortalata da un video in cui si sente chiaramente l’afroamericano lamentarsi di non riuscire a respirare sotto la stretta dell’agente.