La morte di George Floyd scuote le coscienze e anche le star di Hollywood prendono posizione sui social

C'è chi esprime dolore, chi dà sfogo all'indignazione, chi chiede di disimparare razzismo e privilegio bianco: ecco le reazioni delle celebrità di Hollywood alla morte di George Floyd

George Floyd

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Per molte star di Hollywood la celebrità non è uno status da difendere dall’alto di un’ideale neutralità rispetto ai fatti della vita. Se in Italia non è frequente che un personaggio pubblico entri a gamba tesa sul politico di turno o si schieri apertamente contro una certa pratica sociale, negli Stati Uniti si osserva una tendenza opposta. Lo si nota in politica, in particolare negli ultimi anni, e nei momenti più bui attraversati da un paese che, a dispetto dei proclami e dei suoi stessi principi fondanti, si scopre ancora profondamente diviso e razzista.

L’orrore di cui è stato vittima George Floyd – afroamericano soffocato a morte da un poliziotto dopo la sua presunta resistenza all’arresto – è l’ennesima storia da brivido a evidenziare le disparità razziali del paese. La comunità afroamericana di Minneapolis è in subbuglio da giorni e i cortei infiammano la città, mentre anche il mondo di Hollywood esce allo scoperto per esprimere dolore e oltraggio e spronare i seguaci ad andare oltre l’attivismo social.

Da John Boyega (The Force Awakens) ad Ava DuVernay (When They See Us), da Viola Davis (How To Get Away With Murder) a Janelle Monáe (Homecoming) e Jeffrey Wright (Westworld), sono decine le celebrità – afroamericane e non – a sfruttare la propria visibilità social per commemorare George Floyd e tornare a discutere della questione razziale negli Stati Uniti.

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Meritavi il tuo respiro, la tua dignità, la tua vita, e non di morire per strada, ucciso dal ginocchio di un poliziotto bianco sul collo, ha twittato ad esempio Ava DuVernay, nota proprio per il suo coinvolgimento in progetti ad alto impatto sociale, come la serie Netflix When They See Us, incentrata sull’ingiusta condanna dei cosiddetti Central Park Five.

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Quanto brucia. Sembra un ciclo infinito. Gli assassini devono essere puniti severamente. Neppure a un passo dalla morte è stato concesso a quest’uomo un briciolo di empatia, ha scritto John Boyega.

The Force Awakens
  • Foster, Alan Dean (Author)

Ancor più bruciante il commento della cantante e attrice Janelle Monáe, che su Twitter si è chiesta: Quand’è che la maggior parte delle proteste e dell’indignazione sarà mostrata in primo luogo dai bianchi e dai poliziotti del paese? Siete voi a ucciderci. Perché le NOSTRE voci e la NOSTRA indignazione SI SENTONO PIÙ DEI VOSTRI in questi casi? NON SIAMO STATI NOI A FARE TUTTO QUESTO. Sono stufa di DOVER FARE QUELLO CHE DOVRESTE FARE VOI.

The Archandroid
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Indya Moore, stella nascente di Pose e da sempre attivista per i diritti delle persone trans e delle minoranze in genere, sfrutta invece il suo grande seguito su Instagram per sensibilizzare i follower al dramma del razzismo, proponendo strategie concrete per disimpararlo ed essere parte della soluzione, anziché del problema.

Non si è fatto attendere neppure il contributo di Viola Davis, già rivoluzionaria sul piccolo schermo nei panni della memorabile Annalise Keating, e impegnata da sempre in progetti che promuovano le comunità afroamericane deli Stati Uniti. Ecco cosa significa essere neri in America. Processati. Condannati. Uccisi per il fatto di essere neri. Siamo regolati da secoli di politiche che hanno ristretto la nostra mera esistenza e nonostante ciò dobbiamo ancora affrontare i linciaggi di oggi, ha twittato.

L’indignazione per la morte di George Floyd, e più in generale per l’ancora irrisolta questione razziale, ha coinvolto nelle proteste anche molte star consapevoli del proprio privilegio bianco. Mandy Moore, star di This Is Us, ha scritto ad esempio un lungo post Instagram rivolto in particolare agli amici bianchi. Non possiamo accettare che il nostro diasgio, il nostro ego, o la convinzione che questo non ci riguardi ci impediscano di riconoscere il nostro privilegio, e il fatto che siamo noi a dover smantellare il suprematismo bianco. […] Non possiamo rimanere in silenzio. Trasformiamo lo sdegno in azioni concrete.

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Al coro si sono uniti nel corso delle ore anche Olivia Wilde, Justin Bieber, Demi Lovato e tanti altri che, celebri o meno, continuano ad alimentare la discussione social con gli hashtag #JusticeForFloyd, #BlackLivesMatter, #BlackLivesMater e altri.

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La speranza è che la morte di George Floyd possa davvero scuotere le coscienze e muovere a un’azione di lungo termine, andando oltre le proteste e lo sdegno delle prime ore per pretendere reali cambiamenti. Il rischio, altrimenti, è tornare ad anestetizzarsi in attesa di una nuova, inevitabile tragedia.