Per diversi anni l’opinionista torinese nonché concittadina del pianista, compositore e direttore d’orchestra, è stata vicina ad Ezio Bosso e per questo ha affidato al settimanale Chi il suo ricordo. Non è importante di quale natura fosse il loro legame e la stessa Parietti, nelle ore successive alla notizia della morte del maestro, ha risposto a muso duro a chiunque facesse insinuazioni o l’accusasse di sciacallaggio.
L’opinionista ha riportato la sua lettera a Bosso, intitolata semplicemente Addio Amico Mio, anche sul suo profilo Instagram. Di lui racconta quel carattere in grado di sdrammatizzare la sua condizione, quella malattia degenerativa che gli aveva impedito di suonare il piano, e di quella forza che riusciva a distogliere l’attenzione dal suo stato di salute.
“Dopo cinque minuti passati con lui ti convincevi che i malati fossero tutti gli altri”, scrive Alba Parietti su Ezio Bosso, e in una frase troviamo la perfetta descrizione del maestro: “Un artista talmente intrigante che avrebbe potuto essere il più bel romanzo di Oscar Wilde“.
Il maestro non amava farsi commiserare e molto spesso affrontava con durezza chiunque accennasse un gesto di pietà nei suoi riguardi. Un gesto di difesa, secondo Alba Parietti, che rendeva palese che Ezio Bosso fosse consapevole che chi lo amava soffrisse nel vederlo in quello stato che andava peggiorando.
Se il suo corpo era fragile, ricorda Parietti, non si poteva dire altrettanto del suo carattere. Con la sua personalità e il suo carisma Ezio Bosso sapeva ammaliare sia una donna che un uomo, perché chiunque entrava in contatto con il maestro si scopriva innamorato di lui.
Un ricordo, quello nelle parole di Alba Parietti su Ezio Bosso, che l’opinionista specifica essere scevro da qualsiasi lettura maliziosa: “Voglio che il mio sia un omaggio sincero”.