In un periodo in cui siamo bombardati più che mai dalle fake news, e dove è sempre più difficile districarsi tra il vero e il falso, c’è un disco dedicato all’argomento, intitolato per l’appunto “fakenews” , che riporta in copertina Pinocchio con tanto di naso lungo sulla cui punta è posato l’ uccellino di Twitter. E’ l’ultimo lavoro dei Dubioza Kolektiv, band balcanica nata a Sarayevo nel 2003, che ha conquistato l’Europa con il suo sound impossibile da etichettare, dove l’unico elemento costante è una sonorità ed un richiamo alla tradizione balcanica ma per il resto è un libero mix di reggae, ska, punk-rock, hip hop, balcan-funk, elettronica, pop, rap, dub-reggae etc…. E già questo la dice lunga sulla loro volontà, più volte dichiarata, di non volere etichette e regole, se non quella di focalizzarsi su messaggi importanti da veicolare. E liberi lo sono sempre stati anche dalle leggi dell’industria discografica mettendo a disposizione la loro musica gratis già nel 2010, con l’album “ 5 do 12” in un periodo in cui le major non offrivano la musica in streaming per proteggere i profitti discografici e lottavano contro la “pirateria on-line”.
Nonostante la guerra li abbia profondamente segnati come persone , i Dubioza Kolektiv hanno trovato proprio nel suonare insieme “ la via di fuga immaginaria da quel mondo degli orrori per non farsi assorbire dalla follia che ci circonda” . E nel periodo successivo in cui la musica, i concerti, la cultura in generale , faticava ad uscire da una depressione economica e morale, in assenza totale di una industria discografica, il gruppo ha imparato a fare tutto da sé, a prodursi, a distribuirsi, a realizzare video, organizzare concerti.
Il nuovo album “ fakenews”, come i precedenti, è disponibile gratuitamente in rete, sia in download che in streaming. E’ un grido di allarme per la disinformazione voluta o dettata dall’ignoranza, e nello stesso tempo affronta temi importanti : il cambiamento climatico, la condizione del pianeta Terra , l’emergenza – migranti, l’intelligenza artificiale. E a proposito di questa, è entrato da poco nell’organico del gruppo anche Robby Megabyte, il primo robot umanoide musicista ideato dagli studenti della facoltà di ingegneria di Sarayevo “ per sopperire alla totale mancanza di talento della band” come affermano ironicamente . Il loro ultimo lavoro è quindi un grido di allarme per la menzogna che rischia di sommergerci, per le scelte scellerate della politica, ma anche d’amore per gli uomini e per il mondo in cui viviamo, il tutto a un ritmo irresistibile, con testi ironici, caustici e politicamente scorretti.
Nell’album collaborazioni importanti come quella di Manu Chao, che da anni li supporta e consiglia per gli arrangiamenti, il giamaicano Earl Sixteen di Dreadzone, Toma Faterman dei Soviet Suprem, e il gruppo messicano Los de Abajo.
Il brano che apre. “ Cross the line” con Manu Chao, è dedicato ai migranti e al tema della libertà “ libertà di muoversi, di attraversare, la libertà non è un crimine”. Nessuno più di loro conosce il vero senso della parola libertà.